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A spasso con Bob

di Roger Spottiswoode — Gran Bretagna, 2016, 100'
con Luke Treadaway, Ruta Gedmintas, Joanne Froggatt, Anthony Head, Beth Goddard

guarda il trailer

Quando James Bowen trova davanti alla porta del suo alloggio popolare un gatto rosso, rannicchiato in un angolo, indifeso e ferito, non immagina quanto la sua vita stia per cambiare. James, ventisette anni, non ha un lavoro né una famiglia su cui contare. Vive alla giornata per le vie di Londra, e raccoglie qualche spicciolo suonando la chitarra davanti a Covent Garden e nelle stazioni della metropolitana. L'ultima cosa di cui ha bisogno è un animale domestico. Eppure non resiste a quella palla di pelo, che subito battezza Bob. Pian piano James riesce a farlo guarire, e a quel punto lascia il gatto libero di andare per la sua strada, convinto di non rivederlo più. Ma Bob è di tutt'altro avviso: per nulla al mondo intende separarsi dal suo nuovo amico e lo segue ovunque. Instancabile. Finché a James non rimane che arrendersi. È l'inizio di una meravigliosa amicizia che trasformerà la vita di entrambi.

Il primo movimento di macchina del film è una carrellata ottica all’indietro che mostra una città enorme, piena di persone. Si stacca poi sugli angoli dove alcuni uomini cercano di dormire, di chiedere qualche soldo, di mangiare avanzi. Il paradiso e l’inferno, il progresso e il collasso di una società che per avanzare perde pezzi per strada. Persone, povere e sole, per scelta o destino che guardano il mondo dal basso.

Così Roger Spottiswoode (il regista) riprende il loro punto di vista inquadrando da sotto a sopra. Lo stesso del gatto, abbiamo la percezione di vedere attraverso di lui con campi e controcampi, come vedere dentro e fuori James.

A spasso con Bob è aperto al grande pubblico, per la chiarezza del linguaggio e le tematiche attuali e sociali. Al contempo può far innamorare appassionati della settima arte per la cura delle immagini e l’introspezione del protagonista.

Gioca, senza dubbio, un ruolo decisivo anche la musica di David Hirschfelder, diegetica ed extradiegetica. Aiuta a conoscere James e accompagna il suo stato d’animo, evidenziando i momenti catartici del suo percorso.

Una storia vera, raccontata con delicatezza, l’umorismo si mescola alla disperazione e molte tematiche che potrebbero risultare banali acquisiscono un valore sconfinato

Federica Guzzon, "Cinematographe"