martedì
03
giugno
21:15

Any Day Now

di Travis Fine — USA, 2012, 91'
con Alan Cumming, Garret Dillahunt, Gregg Henry, Frances Fisher, Jamie Anne Allman, Isaac Leyva, Michael Nouri, Chris Mulkey, Don Franklin, Mindy Sterling, Jeffrey Pierce, Kelli Williams, Alan Rachins, Miracle Laurie, Anne O'Shea.
proiezione in inglese con sottotitoli in italiano

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Los Angeles alla fine degli anni '70. Rudy Donatello lavora come drag queen in un locale a West Hollywood. Una notte, dopo il suo spettacolo, incontra Paul Fleiger, un vice procuratore distrettuale. I due iniziano a frequentarsi e presto diventano una coppia. Rudy e Paul, conosciuto Marco Deleon, un ragazzo di 14 anni affetto dalla sindrome di Down,  decidono di prenderlo con loro e divengono per il giovane la famiglia che egli non ha mai avuto. Tuttavia, nel momento in cui le autorità vengono a conoscenza di questa inconsueta situazione familiare, i due uomini si vedono costretti a ingaggiare una battaglia legale per ottenere la custodia del ragazzo, che hanno imparato ad amare come un figlio. Tratto da una storia vera.

Sono un grande fan dei film drammatici degli anni ’70, grintosi e dominati dai personaggi. E amo le storie d’amore su eroi improbabili che trovano l’amore in posti improbabili. Ma, quando ho letto per la prima volta una sceneggiatura scritta più di 30 anni fa e ispirata alla storia vera di uno sfavillante gay che si prese cura di un ragazzo mentalmente disabile, sinceramente non sapevo perché fossi così ansioso di portare questa storia sullo schermo. Sono etero, ho una moglie, tre figli in salute e una casa in periferia. E, mentre ho sempre avuto un debole nel mio cuore per i meno fortunati e ho sempre chiesto e sostenuto uguali diritti per tutti, non sono mai stato politicamente schierato e non ho mai cercato di appoggiare una specifica causa politica con i miei film. E poi un giorno è successo, è arrivato il momento in cui ho scoperto il mio legame profondo e personale con questa storia. Ero letteralmente a terra, a piangere per l’alienazione genitoriale praticata dalla mia ex moglie, che ha definitivamente distrutto lo stretto e dolce rapporto che avevo con la mia primogenita. Mentre le lacrime scorrevano sul mio viso, mi sono domandato: ‘Che diritto ha questa donna di separarmi da mia figlia?’. In quel momento, ho capito che il dolore di Rudy non era esclusivo. Non era un dolore gay o un dolore etero. Non era un dolore bianco o un dolore nero. Non era un dolore da ricchi o un dolore da poveri. Era il dolore universale sofferto da tutti coloro che si sono visti portare via un figlio contro la loro volontà. E quel giorno, nel momento in cui sentivo un dolore apparentemente insanabile, ho capito perché dovevo realizzare "Any Day Now".

Travis Fine

Al termine della proiezione vi sarà un approfondimento sull'affido di minori a coppie omosessuali.