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Il lato positivo

di David O. Russell — USA, 2012, 117'
con Bradley Cooper, Robert De Niro, Jennifer Lawrence, Jacki Weaver, Chris Tucker

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Pat esce dall'ospedale psichiatrico dopo otto mesi di trattamento con una sola idea in testa: rimettersi in forma e riconquistare la moglie Nikki. Un divieto di avvicinamento lo costringe, però, nel frattempo, in casa con la madre e il padre, che ha perso il lavoro e si è dato alle scommesse, e gli impone degli incontri settimanali con il dottor Patel. A questo punto, la già precaria autodisciplina di Pat viene sconvolta dall'incontro con Tiffany, giovane vedova con una recente storia di dipendenza da sesso e psicofarmaci. In cambio della sua intercessione presso Nikki, Tiffany vuole infatti che Pat le faccia da partner per un bizzarro concorso.

Un Oscar conquistato (grazie a Jennifer Lawrence) da Il lato positivo (che c’è anche fra le nuvole, come suggerisce il titolo originale), ma era da oltre 30 anni che un film non otteneva le 6 nomination base (più altre due). David O. Russell (The Fighter), lotta coi problemi di famiglia a porte socchiuse se non chiuse, mescolando bene dramma, commedia, sentimenti, pathos & patologia, rancori & rimorsi, rimorchiando meschinerie ambosex. «Noi sappiamo qualcosa che a voi sfugge» ci urlano, facendo jogging, il bravissimo nevrotico bipolare Bradley Cooper (qui attore sensibilissimo, ex bisteccone delle notti da leoni) e la vedova, crocerossina delle molestie e schiava del sesso Jennifer Lawrence, invece nata già d’essai (bella coppia, saranno insieme anche nel nuovo film della Bier). Traducono in stile middle class americano il motto di Proust che i nevrotici sono il sale della terra. Chiaro, il nostro, rilasciato dalla clinica in sanità di mente vigilata, deve infelicità alla tenera madre con i suoi stuzzichini di granchio e al padre superstizioso, fanatico compulsivo di football in Tv, allibratore anche di affetti sui due figli (illusioni et delusioni edipiche, siamo sempre al commesso viaggiatore di Miller). Dopo un surreale corteggiamento di corsa, danzando e scrivendo missive alla Truffaut, finale esibizione stile Ballando con le stelle, preziosa colonna sonora vintage. Un’anima gemella, purché in subbuglio, c’è per tutti, ma bisogna rincorrerla al momento giusto e senza giurare che sarà per sempre. Capace di inserire parentesi di humour anche tra terribili scenate casalinghe (qui ne fa le spese Hemingway), Russell è capace di sfumare relazioni, liti e nostalgie impossibili di amori declinati. Soprattutto ha un’attenzione per gli angoli nascosti della vita, quelli dove non si spolvera mai e che subito riconosciamo. Poiché è un regista che ama gli attori, si deve a lui il potere espressivo del cast e se De Niro, dopo lunga vacanza, torna a fare vero cinema. I caratteri del premiatissimo Silver Linings Playbook (basato sul bestseller di Matthew Quick, edito da Salani) sono abbastanza memorabili, vedi la scena dove Tiffany/Lawrence, tra amici e parenti, blocca Bob con una sfilza di risultati di calcio, degna di Domenica in.

Maurizio Porro, FilmTV