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luglio

Mr. Holmes - Il mistero del caso irrisolto

di Bill Condon — UK, USA, 2015, 104'
con Ian McKellen, Milo Parker, Laura Linney, Hattie Morahan, Patrick Kennedy

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Ritiratosi da tempo in una casa di campagna e abbandonata ormai la professione, Sherlock Holmes è un anziano che lotta con la perdita di memoria e le difficoltà di una vita senile. C'è però ancora qualcosa che deve scoprire, un dettaglio nella sua memoria che non riesce a mettere a fuoco, relativo alla maniera in cui ha chiuso la sua carriera ...

17 anni dopo "Demoni e dei", film che portò entrambi alla più che meritata candidatura agli Oscar, Bill Condon e Ian McKellen sono tornati ad incrociarsi con un titolo particolarmente atteso, perché centrato su un personaggio decine di volte già visto al cinema ma mai con questi tratti. Mr. Holmes. 

Tratto dal romanzo A Slight Trick of the Mind di Mitch Cullin, il film di Condon ci conduce a cavallo delle due grandi Guerre Mondiali, la Prima e la Seconda, regalandoci due Sherlock Holmes decisamente differenti. Il primo, quello del 1947, è invecchiato, mangia pappa reale; il secondo, quello degli anni '20, è ancora pienamente in attività.

Una luce diversa, nuova, forse persino 'folle' nel suo 'revisionismo iconico' quella che illumina l'opera di Bill Condon, meritevole d'attenzione perché trainata da un immenso attore, Sir Ian Murray McKellen, 76enne commovente protagonista qui alla ricerca di quel premio Oscar che andrebbe di fatto a coronare una straordinaria carriera. McKellen, di fatto, prende parte a due film in uno, perché due saranno gli Sherlock da lui interpretati. Un attore double-face che è andato ad umanizzare colui che è sempre stato 'disumano', per quanto intelligente, cinico e glaciale nella gestione dei rapporti. Sherlock Holmes, per l'appunto.

British nella struttura, con una regia letteralmente al servizio di McKellen e uno script che si divide su 3 diversi piani temporali immancabilmente conditi da humor, 'misteri' e perché no lacrime, il 'pensionato' Sherlock immortalato dal regista di Dreamgirls spiazza ma conquista, proprio perché differente dalla mitologica maschera creata da Arthur Conan Doyle. Perché dopo una vita di successi e intrighi risolti, cosa ci sarà mai di più elementare se non la mesta ma in qualche modo ancora appagante terza età.

Federico Boni, Cineblog