giovedì
03
aprile
17:30

OTELLO

di Orson Welles — USA/Francia, 1949, 92'
con Fay Compton, Orson Welles, Suzanne Cloutier, Michael McLiammoir, Robert Cook, Doris Dowling, Robert Coote, Hilton Edwards, Joseph Cotten, Joan Fontaine
proiezione in inglese con sottotitoli in italiano

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La trama è desunta fedelmente da Shakespeare: durante il periodo delle Repubbliche Marinare, Otello, detto il moro di Venezia, viene inviato dal doge a difendere la roccaforte di Cipro dai Turchi, dopo il suo matrimonio con la bella e nobile Desdemona. Avendo scelto Cassio come aiutante, Otello provoca invidia nel perfido Jago, che comincia ad insinuare dubbi sulla fedeltà della giovane moglie. Otello crede all'incidente del fazzoletto architettato dall'alfiere e, folle di gelosia, soffoca la moglie con un cuscino. Poco dopo la verità viene a galla, Jago smascherato e condannato a morte. Otello non resiste però al rimorso e si suicida.

Girato nell'arco di quattro lunghi anni (1949-1952) tra l'Italia e il Marocco, il film conobbe non poche traversie in fase di produzione, compreso il fallimento della casa che aveva accettato originariamente di sostenere il progetto. Molto complesso nell'uso delle scenografie, con evidenti influenze di Lang e di Eisenstein, raggiunge proprio grazie alla costruzione di quel "realismo fittizio" così indispensabile nel cinema (a differenza del teatro) la sua piena dignità di capolavoro cinematografico. In un'intervista lo stesso Welles avrà modo di dire: "Iago esce dal portico della chiesa di Torcello, un'isola della laguna veneta, per entrare in una cisterna portoghese. Ha attraversato e cambiato continente nel bel mezzo di una frase. In Otello succede continuamente. Una scala toscana si prolunga in un terrapieno marocchino per costituire uno spazio unico. Roderigo colpisce Cassio a Mazagan e Cassio restituisce il colpo ad Orvieto, a mille miglia di distanza". E' la falsificante e strafottente genialità wellesiana all'opera. E' il beffardo gusto dello scherzo, tipico del grande Orson. Prendere o lasciare.

Stefano Lo Russo