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Paddington

di Paul King — Gran Bretagna , Francia, Canada, 2014, 97'
proiezione in italiano

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Nel misterioso Perù, una famiglia di orsi coltiva da decenni il mito dell'Inghilterra, paese ospitale e di ottimi gusti, come testimoniato dalla visita dell'esploratore Montgomery e dalla sua marmellata di arance. Così, quando giunge l'ora, il piccolo orso s'imbarca, con un cappello in testa e un cartellino che chiede gentilmente che ci si prenda cura di lui. Lo trovano alla piovosa stazione londinese di Paddington, tutto solo sotto l'insegna degli oggetti smarriti, i signori Brown e i loro figli Jonathan e Judy. Con loro, Paddington trova un nome, una casa e una famiglia, ma saranno soprattutto i Br own a scoprire di aver bisogno di Paddington almeno quanto lui ha bisogno di loro.

Arriva in sala, festeggiando la ricorrenza della sua nascita letteraria, il film tratto dalle storie di Michael Bond, un regalo più che gradito, destinato, nel suo genere, a diventare un classico. Benché a produrre sia David Heyman - lo stesso di Harry Potter - non c'è traccia di incantesimi tra i trucchi del film, eppure la formula della composizione è a suo modo magica, specie nella naturalezza con cui fonde passato cinematografico e presente, dando luogo ad una sintesi orignale, intrisa del meglio del genere. Il Paddington di Paul King conferma le note migliori di Bunny and the Bull, dalle invenzioni visive alla nota malinconica, associata allo spettro della solitudine e del distacco, ma soprattutto ne ripropone lo spirito da giocattolaio matto, mescolandolo con quello di un capolavoro quale Mary Poppins. L'arco narrativo del personaggio del Signor Brown non può infatti non ricordare quello di Mr Banks, così come il negozio di antiquariato di Portobello non può non ricordare la visita all'abitazione di zio Albert, le scarpe della signora Brown quelle di Mary Poppins e Windsor Gardens il viale dei Ciliegi. Ma c'è anche J.K.Rowling, nel capitolo dark del Museo di Storia Naturale e della bionda tassidermista, ci sono 007 e le sue parodie, c'è in definitiva un manto di britishness che tutto avvolge e (di) tutto fa sorridere. Dalla scozzese Mrs. Bird di Julie Walters, che non conosce limite al whisky che può ingurgitare, alla parabola dickensiana di Oliver Twist, orfanello dagli incontri disgraziati che si tramuta nel perfetto cittadino inglese, passando per il cambio della guardia della regina, i bobby in elmetto nero, il pallido Mr Curry e l'esclusivo e steampunk Club dei Geografi, tutto in Paddington omaggia lo spirito di Londra, dal punto di vista di chi viene da lontano e, pur tra mille difficoltà, arriva a far esperienza della sua leggendaria accoglienza del diverso.
Ispirato ai primi disegni, quelli di Peggy Fortnum, ma nuovissimo nella sua prima incarnazione in computer grafica e nella trasposizione ai giorni nostri, il film di King gioca con la materia del cinema con lo spirito esploratore di un bambino, rispolvera formati, ruba Sally Hawkins a Happy-go-lucky e Hugh Bonneville a Downtown Abbey, accoppia la commedia slapstick e la fiaba family e alla fine cattura proprio tutto, piccoli, grandi e orsi.

My Movies- Marianna Cappi