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Pazza idea

di Panos H. Koutras — Grecia, Francia, Belgio, 2014, 128'
con Kostas Nikouli, Nikos Gelia, Aggelos Papadimitriou, Romanna Lobats, Marissa Triandafyllidou.

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Dady, albanese ma nato in Grecia, ha sedici anni, un coniglietto nella borsa e pochi soldi per trasferirsi da Creta ad Atene e raggiungere il fratello diciottenne Odysseas. Insieme vogliono ritrovare il padre che li ha abbandonati da piccoli, farsi dare ciò che spetta loro, compresa la nazionalità greca e vincere un talent show cantando una canzone di Patty Pravo, la passione della madre, morta di alcool e solitudine. Decisi a realizzare i propri sogni ad ogni costo, dovranno scontrarsi con fantasmi del passato, la ferocia degli adulti e della xenofobia.

La Grecia, culla del mondo e della tragedia, che un tempo lontano era governata dal principio dell'ospitalità verso gli stranieri (la "xenia" del titolo) e oggi vede crescere sempre più forte, politicamente, la destra xenofoba, non è solo il contenitore di questo viaggio queer nelle contraddizioni dell'oggi, ma è anche il genitore che manca ai suoi doveri, la madre che non sostenta, il padre che non riconosce i propri figli, preferendo lo ius sanguinis allo ius solis. Dany e Ody sono di origine albanese, Dany è omosessuale e sognatore, entrambi sono bambini feriti che attraversano il bosco periglioso con una pistola e un leccalecca per oggetti magici, una vecchia drag queen per padrino e un gigantesco sogno pop a tenerli vivi. Un miscuglio agrodolce, questo, che rende il film qualcosa di piuttosto unico e permea ogni aspetto, estetico e non. La cultura gay e quella televisiva, il cinema d'autore (da Araki a Almodovar passando per le citazioni di "Donnie Darko" e "Charles Laughton") e Canzonissima, il fantastico e il documentario (i protagonisti sono non professionisti), s'incontrano in una terra di mezzo per raccontare con leggerezza, se non proprio col sorriso, la grande tragedia contemporanea dell'immigrazione. Ma qual è, dunque, questa terra di mezzo, che rende possibile la coesistenza del melodramma e della sua parodia? Il sentimento. Eleggendo, infatti, il sentimento dell'amore fraterno a faro nella nebbia, Koutras sceglie una strada contraria rispetto ai colleghi cinico-tragici del cosiddetto nuovo cinema greco che inscenano l'aspetto algido e mortifero della crisi sociale, spesso proprio a partire dalla disintegrazione della famiglia, e opta invece per la musica, il colore e il palpito, senza per questo rinunciare alla tensione e alla denuncia.

Marianna Cappi - mymovies.it

Selezione ufficiale "Un Certain Regard" al Festival di Cannes