giovedì
15
gennaio
19:00
venerdì
16
gennaio
20:00
sabato
17
gennaio
20:00
lunedì
19
gennaio
21:15
giovedì
22
gennaio
19:00

StripLife

di Nicola Grignani, Alberto Mussolini, Luca Scaffidi, Valeria Testagrossa, Andrea Zambelli — Italia, 2013, 64'
con Jaber Abu Ryila, Mohammed Antar, Majd Antar, Noor Harazeen, Gaza Parkour Team, Moemen Faiz, Fatima Raanan, Salem Abu Sidu
proiezione in Arabo, inglese con sottotitoli in italiano

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Striscia di Gaza. Un evento inspiegabile è avvenuto durante la notte: decine di mante si sono arenate sulla spiaggia principale di Gaza City. Carretti di pescatori accorrono su tutta la Striscia per accaparrarsi pesce fresca. Intanto la città si sveglia. Antar sprona il fratello ad alzarsi, è il grande giorno, nel pomeriggio inciderà il suo primo disco. Noor si trucca, dovrà apparire davanti alle telecamere. Jabber è già nel campo. Gli spari dei fucili gli ricordano che vive nella zona cuscinetto che separa Gaza da Israele. Un corteo si snoda per le strade. Moemen è lì per fare il suo lavoro, il fotografo. Al porto una barca rientra con lo scafo trivellato dai proiettili. Il canto del muezzin invade lo spazio, moltiplicato dai minareti. Come in un sogno, i ragazzi del Parkour Team piroettano in un cimitero. 

"Striplife" racconta la giornata di sette personaggi che in comune hanno poco come stili di vita, età e classe sociale ma legati da un “destino” comune e ineluttabile, quello di essere nati nella Striscia di Gaza, un lembo di terra lungo 41 km e largo appena 6-7 km, che da decenni è in guerra con il suo vicino Israele. Il documentario è stato girato da un gruppo di cinque registi italiani, dai 28 ai 38 anni, di diverse città italiane (Milano, Pavia, Bergamo) che miravano a mostrare una Gaza diversa, quella di tutti i giorni, che resiste, vive, crea, nonostante il rumore delle bombe ed il fumo che si leva ogni giorno a pochi metri di distanza. "Striplife"  è un film corale sulla Strisca di Gaza che mostra quello che le telecamere di tutto il mondo – che hanno raccolto ore ed ore di filmati di proteste, scambi a fuoco, scene di morte e di violenza - spesso tralasciano. La vita che nonostante tutto va avanti e si evolve: “Il contadino che come forma di resistenza continua a piantare i semi ogni anno, nonostante le bombe”. Quella che viene definita “guerra a bassa intensità”, che non cattura l’attenzione dei media ma logora ancora più nel profondo una comunità, tramite le limitazioni e sanzioni politico- economiche imposte da Israele e le guerre per le risorse naturali. Non un film su Gaza, ma con Gaza.