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Trash

di Stephen Daldry — USA, 2014, 114'
con Rickson Tevez, Eduardo Luis, Gabrielle Weinstein, Martin Sheen, Rooney Mara, Wagner Moura, Selton Mello, André Ramiro

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Come ogni giorno due ragazzini di una favela di Rio, Rafael e Gardo, scavano fra i detriti di una discarica locale e non possono immaginare che il portafoglio appena trovato cambierà le loro esistenze per sempre. Solo quando si presenta la polizia, disponibile addirittura a offrire una generosa ricompensa per la restituzione, i ragazzi realizzano di avere in mano qualcosa di molto importante. Dopo aver coinvolto l’amico Rato, il trio affronta una straordinaria avventura per scappare dalle forze dell'ordine e scoprire i segreti contenuti nel portafoglio.

"Trash" è l'adattamento cinematografico del romanzo omonimo per ragazzi scritto da Andy Mulligan, e il film è sceneggiato da Richard Curtis (sì, quello di "Quattro matrimoni e un funerale" e "Love Actually") e diretto da Stephen Daldry (quello di "Billy Elliot" e "The Hours"). (...) Dal punto di vista cinematografico è un film eccezionale ed eccezionalmente godibile, a cominciare dai tre giovanissimi protagonisti scelti dalle favelas (quelle vere) con un casting fra migliaia di aspiranti, tutti e tre irresistibilmente carismatici e convincenti sia nella recitazione verbale che in quella fisica: tre action figure in miniatura a metà fra Oliver Twist e Huckelberry Finn, che ci trascinano nelle loro avventure picaresche tenendoci inchiodati alla sedia nella preoccupazione (adulta) per la loro incolumità, e allo stesso tempo convincendoci della loro insopprimibile capacità di sopravvivenza. I tre piccoli non-attori saltano dentro e fuori le inquadrature come cartoni animati e la cinepresa di Daldry (ma anche la cinematografia del direttore della fotografia brasiliano Adriano Goldman, sodale di Meirelles e veterano delle produzioni hollywoodiane) è abilissima nell'intercettarli in velocità, raccontandoceli per parti anatomiche: gambe e braccia di scattante magrezza, occhi sgranati, sorrisi strafottenti. Il montaggio tiene dietro al ritmo incalzante della narrazione grazie anche all'accompagnamento musicale del compositore brasiliano Antonio Pinto. (...) Daldry usa, come di consueto, la decostruzione temporale con numerosi flashback e flash forward, per stratificare la linea narrativa e aggiungere movimento alla storia. La sola scena iniziale riesce a concentrare più informazioni di mille lungaggini sceneggiate a tavolino. Anche il mix di tecniche cinematografiche, che segnala la presenza della tecnologia informatica ed elettronica anche nelle favelas di Rio, funziona bene come espediente drammaturgico, senza mai diventare vezzo registico. "Trash" è un vero spasso e una festa per gli occhi, ma lascia lo spettatore occidentale con il disagio per aver contemplato come fonte di svago la miseria delle bidonville del Terzo Mondo e l'esistenza dei "bambini spazzatura" che, nella vita vera, vengono fermati da una pallottola se rischiano anche solo una delle bravate dei nostri tre piccoli eroi. Il modo migliore di godersi il film è quello di leggerlo come una favola, o come una parabola sul potere salvifico della fede (sarà un caso che due su tre dei giovani protagonisti portano il nome di un arcangelo?) in ciò che è giusto.

Paola Casella