venerdì
04
settembre
21:15
Borgo Angeli

Up

di Pete Docter e Bob Peterson — USA, 2009, 104'
con (animazione)
proiezione in italiano

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In una sala cinematografica si proietta un cinegiornale su un esploratore, Charles Muntz, che è tornato dall'America del Sud con lo scheletro di un uccello che la scienza ufficiale qualifica come falso. Muntz riparte per dimostrare la sua onestà. Un bambino occhialuto, Carl, è in sala. Muntz è il suo eroe. Incontrerà una bambina, Ellie, che ha la sua stessa passione. I due cresceranno insieme e si sposeranno. Un giorno però Carl si ritrova vedovo con la sua villetta circondata da un cantiere e con il sogno che i contrattempi della vita non hanno mai permesso a lui ed Ellie di realizzare: una casa in prossimità delle cascate citate da Muntz come luogo della sua scoperta. Un giorno un Giovane Esploratore bussa alla sua porta. Sarà con lui che Carl, senza volerlo, comincerà a realizzare il sogno.

INGRESSO GRATUITO

  Il decimo film Pixar (per la prima volta presentato in Disney Digital 3D) sconvolge fin dai primi minuti, non paghi di aver regalato al mondo le immaginifiche vedute del mondo dei giocattoli, delle profondità marine e spaziali, e di tanti altri universi, i geniacci di Pixar, capitanati da Peter Docter e Bob Peterson, hanno scomodato addirittura Orson Wells, citando il suo celeberrimo Quarto Potere, iniziando Up con un cinegiornale che racconta le gesta di un borioso esploratore degli anni '30, scomparso mentre inseguiva un mitico uccello che vive solo fra le montagne di una non meglio specificata zona del Venezuela. Da qui in poi è tutta poesia, una musica visiva che si spande per un'ora e mezza con un'armonia e un'eleganza forse paragonabile solo a quella dei primi Classici diretti da Walt Disney in persona. In meno di mezz'ora Up riesce a raccontarci la storia di una vita, dall'infanzia fino alla senilità, non glissando su nessun particolare, neppure su quelli più dolorosi. In nessun film dello studio di Burbank la morte aveva mai avuto un ruolo così ampio ed era stata mostrata in modo così diretto, senza voler rovinare la sorpresa a nessuno, ci limitiamo a dire che nell'arco di tre scene si assiste a due lutti tanto commoventi quanto inattesi, fondamentali nel dare a tutto il film uno sfondo malinconico irraggiungibile da cartoon molto più caciaroni e semplicistici. Ma, naturalmente, Pixar non vuole (e non ha mai voluto) fare cartoni animati "maturi", anzi, Lasseter in persona ha più volte respinto questa definizione, ribattendo che le belle storie e i grandi personaggi sono universali, indipendentemente dall'età media del pubblico. Con Up Docter ha colpito nel segno, trovando il perfetto equilibrio fra il sotteso adulto e la fiaba che fa sognare a occhi aperti. Carl e Russel, i due protagonisti, sono una coppia comica calibrata al millimetro e le gag, soprattutto quelle mute che coinvolgono anche l'uccello Kevin e il cane parlante Doug, entreranno negli annali del cinema, insieme alla scelta delle musiche, che vanno dalla Chanson du Toreador della Tosca a un tema quasi da filastrocca composto dal sempre bravissimo Gioacchino. Si ride molto, ma si riflette ancor di più, con ogni suo film Pixar cerca di indagare un aspetto particolare dell'animo umano, in Toy Story era l'egoismo, negli Incredibili l'ambizione, in Monster & Co. l'accettazione del diverso, in Up il tema portante è il sottile confine che separa le occasioni perdute e quelle conquistate; Carl potrebbe quasi sembrare un vecchio fallito, chiuso nella sua misantropia e pieno di sensi di colpa per non aver saputo dare a sua moglie l'avventura che aveva sempre desiderato, in realtà il film ci suggerisce il contrario: non conta la meta, è il viaggio che deve essere davvero vissuto. In fondo, ed è un punto che il film centra con precisione quasi crudele, l'unico traguardo che tutti condividiamo è la morte, ha davvero senso sprecare l'esistenza crogiolandosi nelle scelte non fatte? Up vuole dirci di no. Up è un inno alla gioia di vivere che non tenta, in maniera ipocrita, di nascondere le asperità degli anni che passano e nel suo protagonista ottuagenario, trova uno slancio irresistibile come quello di chi, dopo una grande delusione, trova la forza per andare avanti. Ci piace pensare che Steve Jobs, John Lasseter e Docter abbiano messo in Up un po' di loro stessi, la rinascita dopo un periodo di crisi nera (che per Jobs fu la cacciata da Apple, mentre per Lasseter e Docter gli anni bui del dopo - Lucas). In ogni caso, sia che lo vediate con lo spirito malinconico dei vecchi cinefili o con l'occhio spalancato sul mondo dei bambini, Up è un grande film, di quelli che si ricordano dopo anni e anni e che rimangono lì, incastrati fra le pieghe della memoria, a ricordarci che non si è mai troppo vecchi per sognare, magari osservando un palloncino che vola via.