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Foglie al vento

di Aki Kaurismäki — Finlandia, 2023, 81'
con Alma Pöysti, Jussi Vatanen, Janne Hyytiäinen, Nuppu Koivu, Martti Suosalo

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Nella notte di Helsinki si incontrano due solitudini, quella di un operaio meccanico e di una cassiera di supermercato. Entrambi hanno il desiderio di conoscersi meglio ma un numero di telefono scritto su un foglietto viene perduto e quindi l'incontro viene rinviato mentre la loro situazione sul versante sociale non sta affatto migliorando. Soprattutto per lui che non riesce a smettere di bere alcolici.

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Il film viene proposto anche in versione originale sottotitolata in italiano, gli orari sono consultabili nella relativa scheda:
https://ilcinemadelcarbone.it/film/foglie-al-vento-vo
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Fate finta che Douglas Sirk abbia deciso di girare una delle sue strazianti storie d’amore come Breve incontro di David Lean, abbassando perciò radicalmente lo status dei suoi protagonisti e, soprattutto, smorzando i toni lussureggianti ed estremi dei suoi intrecci (ma non i colori). E che poi siano passati da lì, da quella storia di quiete solitudini e destini bastardi e occasioni mancate, anche l’etica di Bresson e l’estetica di Godard e il deadpan di Jim Jarmusch e la tenerezza di Chaplin. E che esista un regista (che nella sua carriera quarantennale non ha sbagliato un film) capace come pochissimi altri di mettere insieme e mescolare tutte queste (e molte altre) suggestioni cinematografiche senza perdere un briciolo della propria marcatissima personalità autoriale, senza sembrare uno che esibisce la propria cultura, senza dimenticare l’umanità dei suoi personaggi. Ecco, Aki Kaurismaki è quell’autore, ironicamente, disperatamente romantico, ostinatamente minimalista, sincero, partecipe. Ai suoi personaggi ha sempre voluto bene, anche quando li ha un po’ maltrattati. E ogni sua inquadratura porta impressa la sua firma, la sua visione del mondo.

Il suo nuovo film, Foglie al vento, è un piccolo (81 minuti, un miracolo!!!) capolavoro, dove due anime perse nell’algida solitudine della città s’intravedono, forse si piacciono, s’incontrano, si perdono, si ritrovano, si riperdono, ecc. ecc. Si sa che nel mélo, anche in quello raffreddato, il caso gioca quasi sempre a sfavore della coppia; e qui si accavallano folli incidenti “sirkiani” (ma anche un accenno a Un amore splendido di Leo McCarey), senza parere, tra foglie gialle che volano, volti che scrutano attraverso vetri bagnati dalla pioggia, superfici che riflettono, un accenno di colonna sonora (da Magnifica ossessione), cui fa eco, in un altro momento, il Concerto n. 2 di Rachmaninov, appunto da Breve incontro. Più, visto che i protagonisti al primo appuntamento vanno al Cinema Ritz a vedere I morti non muoiono di Jarmusch (che due maturi spettatori fuori di testa all’uscita paragonano al Diario di un curato di campagna di Bresson e a Bande à parte di Godard) e che davanti allo stesso cinema ritornano nella speranza di rivedersi, ecco locandine e foto di film di Melville, Jack Arnold, Ozu, e Fu Manchu, Brigitte Bardot, Fat CityRocco e i suoi fratelli, ancora Lean, Godard e Stranger Than Paradise.

Ma questo non significa che Foglie al vento sia un’amorosa collezione per cinefili. Tutt’altro: la sua bellezza, la sua “giustezza”, sta proprio anche nell’autoironia con cui Kaurismaki dissemina le sue passioni cinematografiche (e musicali, con paradossali versioni finlandesi di rock e tanghi e, è ovvio, di Les feuilles mortes di Prévert e Kosma) tra le pieghe di una storia che è molto quotidiana, umana e contemporanea.

Emanuela Martini, Cineforum

Premio della Giuria al Festival di Cannes.