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Il male non esiste

di Ryûsuke Hamaguchi — Giappone, 2023, 106'
con Hitoshi Omika, Ryo Nishikawa, Ryûji Kosaka, Ayaka Shibutani, Hiroyuki Miura

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In una località boschiva non lontana da Tokyo, il tuttofare Takumi e sua figlia Hana, di otto anni, vivono in armonia con la natura e con i pochi abitanti del luogo. Una grande impresa dello spettacolo decide però di aprire un glamping, ovvero un camping con il glamour di un resort, proprio sulla strada che i cervi percorrono per abbeverarsi, minacciando oltretutto la pulizia dell'acqua di sorgente, della quale gli abitanti tutti, umani e animali, fanno un uso vitale. La comunità si preoccupa e domanda spiegazioni, così due impiegati della grande azienda vengono mandati sul posto per chiedere l'aiuto e l'intercessione di Takumi.

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Il film viene proposto anche in versione originale sottotitolata in italiano, gli orari sono consultabili nella relativa scheda:
https://ilcinemadelcarbone.it/film/il-male-non-esiste-vo
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Il male non esiste è un film magico e insieme umanistico, piacevole alla visione. Hamaguchi sfugge all’ovvietà, pur essendo molto chiara la sua denuncia, che dalla possibile devastazione ecologico-culturale di una piccola comunità rurale si innalza in modo non scontato contro il capitalismo predatore attraverso una metafora sulla devastazione del pianeta causata dal riscaldamento climatico. Già l’ottica scelta – raccontare le complesse problematiche del macrocosmo partendo dal microcosmo – è piuttosto originale, e non priva di una certa ironia. [...]

Mai manicheo o schematico, Hamaguchi restituisce con umanità, senza alcun disprezzo, la presa di coscienza di chi lavora per la società di comunicazione, gente di città piuttosto mediocre, senza aspirazioni alte, ma piano piano sedotta dalla comunità locale fino a difenderla. Questo scivolamento progressivo nella faglia dell’ancestrale avviene grazie a persone che hanno capito i luoghi in cui abitano, anche se non hanno sempre vissuto qui: i nonni di Takumi erano dei coloni.

In questo film sempre sulla soglia – tra inverno e primavera, faglie e laghetti, sopra e sotto, arcaico e moderno, natura e città, denuncia e arte, didascalico e allegorico – si danneggiano ecosistemi basati su una millenaria armonia. Perché il “problema è l’equilibrio. Se si esagera si perde l’equilibrio”. Ma non tutte le perdite di equilibrio sono uguali, proprio come nell’ineffabile finale, potente scivolamento nell’onirico e nel simbolico, di cui solo il mondo dell’infanzia può essere il tramite. È quindi un film che esprime un sentimento profondo, quello del risveglio di un’empatia totale che affiora lenta, graduale, come la primavera dopo l’inverno. Dall’intimo – dei singoli, della piccola comunità – il film si eleva all’universale, se non a un sentimento cosmico. E riesce a farlo in maniera quasi impercettibile: è questa forse la cosa più magica. È un’opera che muta con la stessa delicatezza dello scorrere di un ruscello nel bosco, ma che ha pure l’inesorabilità di quello scorrere.

Perché dietro le apparenze didascaliche, è un film che si impone come allusivo. E lo fa esplorando la dimensione sensoriale, o meglio facendola riesplorare agli spettatori. Potremmo dire che ne è lo strumento estetico-ideologico, ma non ostentato, discreto. Fa emergere dalle faglie, dalle fratture della narrazione logica, della sceneggiatura, della denuncia esplicita, un’opera d’arte visiva, quasi un’installazione con musica d’ambiente, che restituisce la quiete, in grado di calmare e avvolgere. Un film che, come uno scrigno antico, ne racchiude un altro, segreto. Una porta, dall’apparenza qualsiasi, verso un altro mondo, un’altra dimensione. La risposta insomma non risiede nella razionalità, nella logica corrente, a cominciare da quella capitalista che spinge una civiltà e un pianeta al collasso. La risposta è nel mistero che ci pervade. Non sta fuori, ma dentro di noi, raggiungibile attraversando la nebbia, la notte. La maestosa, imperscrutabile bellezza della notte.

Francesco Boille, Internazionale

Vincitore del Leone d’argento - Gran premio della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia.