mercoledì
23
maggio
21:15

Il medico di campagna

di Thomas Lilti — Francia, 2016, 102'
con François Cluzet, Marianne Denicourt, Christophe Odent, Patrick Descamps
proiezione in italiano

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Di giorno e di notte, col buono e il cattivo tempo, Jean-Pierre Werner percorre le strade sterrate di campagna per raggiungere i suoi pazienti. Medico devoto alla professione e ai piccoli o grandi malati della sua comunità rurale, gli viene diagnosticato un cancro al cervello e consigliato di trovare alla svelta un assistente. Reticente ad affidare i suoi pazienti a terzi, Jean-Pierre accetta controvoglia l'aiuto di Nathalie Delezia, un'ex infermiera che ha terminato da poco gli studi. La collaborazione si rivela presto difficile ma Nathalie ha carattere e incassa bene le bizzarrie che Jean-Pierre impone al suo tirocinio. Paziente dopo paziente, chilometro dopo chilometro, la rivalità cederà il posto alla fiducia e a un sentimento indeterminato tra solidarietà e desiderio.

Prima di essere un regista Thomas Lilti era un medico, e si vede. Nonostante abbia da tempo appeso al chiodo il camice bianco, il cineasta francese non ha mai lasciato, almeno idealmente, le corsie d’ospedale dove si è formato, riproponendo nel suo cinema storie in cui i medici sono i protagonisti assoluti. Nel suo Hippocrate ha raccontato la storia di un giovane internista oppresso dalle paure e dalle responsabilità del suo mestiere, mentre con Il medico di campagna sposta l’obiettivo su un medico anziano, alle soglie della pensione, che alla frenetica vita di corsia ha preferito la campagna. Jean-Pierre (François Cluzet) è il pilastro della sua piccola comunità, l’amico, il confidente, il medico su cui si può contare giorno e notte, sette giorni su sette, per curare i dolori del corpo e dello spirito.

I suoi pazienti vengono prima di tutto, persino di se stesso e della sua salute, fino al punto che, anche quando scopre di avere un cancro allo stadio terminale, Jean-Pierre continua imperterrito a lavorare. L’unico ad essere a conoscenza del suo male è un suo collega, che non esita a inviare in suo aiuto qualcuno che possa prendersi carico di alcuni dei suoi pazienti: Nathalie (Marianne Denicourt), un ex infermiera da poco laureata in medicina. Ma come si può sostituire qualcuno che si ritiene insostituibile? Come previsto Jean-Pierre rifiuta l’idea di essere affiancato da qualcuno e fa di tutto per mettere in fuga Nathalie, estranea alla vita di campagna e a tutti i problemi che porta con sé, ma la giovane dottoressa riesce con pazienza a guadagnarsi la sua fiducia e, cosa ancora più importante, quella della comunità.

Ma è proprio il rapporto di amore-odio tra i due medici il motore di questo film, che punta tutto sul contrasto tra città e campagna, soffermandosi in particolare sulle differenze tra un medico ospedaliero, che lavora con migliaia di pazienti in un ambiente spersonalizzante, e uno di campagna, alle cui cure è affidata una comunità di individui riconoscibili, che con il loro medico hanno un rapporto di fiducia reciproca. E chi meglio di Thomas Lilti potrebbe portare in scena i turbamenti di un medico, e descrivere ogni minimo dettaglio di questa professione, ogni gesto e ogni sensazione? Il risultato è un dramma sussurrato, intimo, che esplora il rapporto tra medico e paziente rispettandone la reciproca sensibilità, attraverso uno sguardo cinematografico iperrealista, ma allo stesso tempo ammorbidito da una straordinaria delicatezza nel mostrare la sofferenza. Thomas Lilti racconta ciò che conosce, come insegnano i maestri della sceneggiatura, e lo fa come è giusto che sia, restando fedele alla realtà come farebbe un medico ma con lo sguardo trasognato di un regista.

Valeria Brucoli, sentieriselvaggi.it