lunedì
28
maggio
21:15

The Harvest

di Andrea Paco Mariani — Italia, 2017, 73'
con Hardeep Kaur, Gurwinder Singh, Marco Omizzolo, Simone Andreotti, Gurmuk Singh, Sarbjit Chauhan

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Gurwinder viene dal Punjab, da anni lavora come bracciante delle serre dell’Agro Pontino. Da quando è arrivato in Italia, vive insieme al resto della comunità sikh in provincia di Latina. Anche Hardeep è indiana, ma parla con accento romano, e si impegna come mediatrice culturale. Lei, nata e cresciuta in Italia, cerca il riscatto dai ricordi di una famiglia emigrata in un’altra epoca, lui è costretto, contro le norme del suo stesso credo, ad assumere metanfetamine e sostanze dopanti per reggere i pesanti ritmi di lavoro e mandare i soldi in India.

Un docu-musical che, per la prima volta, unisce il linguaggio del documentario alle coreografie delle danze punjabi, raccontando l’umiliazione dei lavoratori sfruttati dai datori di lavoro e dai caporali. Due storie che si intrecciano nel corso di una giornata, dalle prime ore di luce in cui inizia il lavoro in campagna alla preghiera serale presso il tempio della comunità. Un duro lavoro di semina, fatto giorno dopo giorno, il cui meritato raccolto, tra permessi di soggiorno da rinnovare e buste paga fasulle, sembra essere ancora lontano.

Ha una vocazione fieramente, fortemente indipendente The Harvest ("raccolto", inteso sia letteralmente come frutto della terra ma anche come esito di politiche inique di lavoro, o meglio, di leggi non rispettate).

Una produzione dal basso realizzata da SMK Videofactory, orientata al sociale e fondata dal regista Mariani (classe 1983) a Bologna. La formula è quella del crowdfunding, che ha coinvolto svariate realtà come FLAI (Federazione Lavoratori dell'Agro Industria) e ovviamente la cooperativa InMigrazione. Il risultato è un'opera in cui - come all'interno del "tempio", il luogo in cui i sikh si ritrovano a pregare e a socializzare - tutti, dai realizzatori agli attori, hanno un uguale peso narrativo, in un'orizzontalità che ricalca quella dei campi sterminati e delle serre fruttuose dell'"oro del Pontino" e che porta un punto di vista inusuale e scomodo su un preciso contesto sociopolitico.
Le note di regia lo definiscono un "docu-musical", ma si potrebbe definirlo documentario di fiction, a urgente vocazione di inchiesta, che racchiude al suo interno inserti da musical di Bollywood. Infatti l'idea originale del film è calare, all'interno di un ambito descritto da chi vi opera e vi vive, alcuni numeri musicali coreografati, (protagonisti, i cinque ballerini di Banghra Vibes, residenti tra Cremona e Mantova), efficacemente ripresi e montati, che di cromatico hanno solo i costumi, privi come sono dell'energia gioiosa tipica del genere. Uno stratagemma per non replicare il film di denuncia costruito solo su "teste parlanti" e testimonianze drammatiche.

La musica di Slick Steve and The Gangsters, poi, formazione bresciana rock blues nata nel 2011, fornisce il controcanto alla Tom Waits (e concorre al cast) rispetto a questa comunità indiana che rimette in scena reali soprusi subiti sul lavoro - e la necessità di doparsi per conservarlo - avvenuti tra il 2014 e il 2016 (anno in cui è stata approvata la legge contro il caporalato). Documento di alto valore civile, sintesi inedita di inchiesta giornalistica, musical, re-enactement, tra la naiveté degli interpreti e lo stridore tra generi, appropriata eco all'ingiustizia rappresentata.

Raffaella Giancristofaro, mymovies.it

Presenta il film il regista Andrea Paco Mariani.