martedì
17
aprile
21:15

Una scomoda verità 2

di Bonni Cohen e Jon Shenk — USA, 2017, 100'

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Dieci anni dopo Una scomoda verità, il film che ha portato all’attenzione mondiale il problema della crisi climatica, è arrivato l’emozionante e avvincente seguito, che mostra quanto siamo vicini a una vera e propria rivoluzione dei sistemi energetici in uso. Una scomoda verità 2 è un documentario che fotografa senza veli i segni del peggioramento della crisi climatica, mostrandone le conseguenze a 360 gradi, dai processi di desertificazione e inaridimento che hanno generato le prime migrazioni climatiche di massa, allo scioglimento dei ghiacciai, all’intensificarsi dei tifoni e degli uragani, cause di migliaia di vittime soprattutto nell’Est Asiatico. L’ex vice presidente degli Stati Uniti Al Gore continua a viaggiare per il mondo allo scopo di formare una schiera di esperti della questione climatica e influenzare le politiche energetiche internazionali.

Undici anni dopo Una scomoda verità Al Gore torna ad affrontare sullo schermo un argomento che in questi anni non ha mai smesso di approfondire: il surriscaldamento del globo terrestre, le sue cause, i suoi effetti e le alternative praticabili. Il documentario lo segue nelle sue conferenze e nei suoi incontri a tutti i livelli supportando le sue riflessioni con immagini molto significative.

Donald Trump ha proposto di togliergli il Nobel per la Pace assegnatogli dall'Accademia svedese perché le sue sono solo esternazioni prive di basi scientifiche.

Il documentario inizia con questi ed altri attacchi a quanto l'ex vice presidente degli Stati Uniti continua senza sosta a sostenere, supportando i suoi interventi con dati che solo chi si è prefissato come obiettivo quello di negare l'evidenza può ritenere falsi o privi di importanza.

Quando nel documentario del 2006 affermò che alcuni scienziati prevedevano un consistente allagamento nell'area in cui sarebbe sorto il memoriale di Ground Zero, venne accusato di voler forzare la mano prendendo come oggetto un luogo consacrato alla memoria collettiva. Le immagini ci mostrano che quanto previsto è puntualmente accaduto. Così come ci propongono immagini delle catastrofi ambientali che si sono susseguite nel decennio trascorso e che vanno da quanto accaduto nelle Filippine a episodi singoli ma significativi come il picco di 51 gradi della scala Celsius in India con il conseguente liquefarsi del manto stradale.

Gore però non è un Don Chisciotte impegnato a combattere contro i mulini a vento. È ben consapevole delle cause che ostacolano una soluzione che sarebbe razionale e il documentario ce ne offre la prova in un incontro con ministri del governo indiano. Uno di loro risponde seccamente alle sue argomentazioni affermando che gli Stati Uniti hanno conseguito il livello di welfare attuale grazie a 140 anni di utilizzo di carbone e petrolio. Quando un periodo analogo sarà trascorso anche per l'India il suo governo potrà pensare a fonti di energia alternative. La macchina da presa inquadra un Gore che non replica... e non era ancora arrivato Donald Trump con il suo "Energy Independence". 

Giancarlo Zappoli, mymovies.it

Ingresso gratuito.