
I Gioielli d’Arte di Akihiko Takeda
Visita guidata - A cura dell'Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani
Il conte Antonio d’Arco circa 150 anni fa raccolse una preziosa collezione d’arte giapponese con katane, lance e oggettistica. Era l’epoca - tra fine Ottocento e inizio del Novecento - in cui il fenomeno del ‘’giapponismo’’ aveva conquistato l’Europa. In un singolare intreccio di storia e cultura, palazzo d’Arco espone i gioielli dell’artista giapponese Akihito Takeda (1930-2012), protagonista dell’arte dell’oreficeria, collocando anche alcune opere della collezione del conte d’Arco. Tra fiori a figure arcaiche, elementi naturali a soggetti del teatro Nō, i gioielli di Takeda sono una sfida realizzata usando tecniche uniche, apprese e sperimentate dall’artista. La mostra, curata da Paolo Juno Vassalle Takeda in collaborazione con la Fondazione d’Arco, nelle sale del Palazzo si apre con un preludio tra kimoni, vesti giapponesi da cerimonia o per uso quotidiano, sandali e obi (la tipica cintura giapponese). Si possa poi a gioielli e oggetti d’arte, sorprendenti combinazioni di scampoli di kimono in seta o cotone con acciaio inossidabile, reinterpretazioni scultoree di maschere e soggetti del teatro Nō, raffinati gioielli d’argento nati da rose e tulipani, figure totemiche come gru, cervi e draghi dall’estetica arcaica, fino al ritorno agli origami, e alla religione shintoista, nella parte conclusiva della vita dell’artista. Al termine, nel Giardino d’inverno, il visitatore sarà invitato a realizzare il proprio ‘’tanzaku’’ (striscia di carta colorata) con il proprio sogno o desiderio e ad appenderlo all'albero di bambù presente nel giardino d’inverno. Così i desideri acquisteranno forza ed energia e sarà compito del vento trascinarli in cielo per esaudirli.