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Buñuel - Nel labirinto delle tartarughe

di Salvador Simò — Spagna, Paesi Bassi, Germania, 2018, 80'
con Animazione

guarda il trailer

Luis Buñuel si trova in un difficile momento della sua vita d'artista. L'age d'or, film manifesto del surrealismo ha scandalizzato tutti i benpensanti ostracizzando il regista da qualsiasi possibilità progettuale in Francia. Individuato in una tesi di dottorato che gli è stata donata da Maurice Legendre il tema del suo prossimo film, deve trovare il denaro per realizzarlo. Sarà un amico, con una vincita alla Lotteria, a consentirgli di girare Las Hurdes, un documentario su un'area della penisola iberica abbandonata totalmente dal governo alla miseria e all'insignificanza sociale.

Diretto da Salvador Simò, Nel Labirinto delle Tartarughe, è ispirato all’omonima graphic novel Buñuel en el laberinto de las tortugas concepita da Fermín Solís, ed è un sentito omaggio al grande Buñuel, alla sua faticosa epopea artistica, così come al suo viaggio in quei mesi del 1932, che lo portarono a diventare il grande regista che fu.
Film intenso, difficile, questo di Simò è un grande omaggio ad un artista tra i più controversi, difficili, problematici, e allo stesso tempo ce ne mostra la cinica e adamantina determinazione del creare la sua opera, andando oltre ogni tipo di moralità, ogni tipo empatia, che viene soffocata in virtù della creazione artistica.
Opera ibrida, in cui affiorano numerosi frammenti del vero Terra Senza PaneNel Labirinto delle Tartarughe ha al suo centro proprio il ruolo dell’artista nella società, il suo fungere da specchio riflesso della realtà, il suo spezzare le regole certo, ma in nome di un fine superiore.
Buono? Cattivo? Imperscrutabile? Chissà… ma soprattutto uomo, un uomo in cerca di identità, di un suo percorso, capace di procurare sofferenza agli animali ma allo stesso tempo mosso dalla volontà di mostrare la miseria di quell’umanità abbandonata e reietta che lo circonda.

Il surrealismo emerge in tutta la sua potente carica ancestrale e immaginifica, disturbante in questo film, che è anche molto politico, molto netto nel ricollegarsi a quell’epoca dei totalitarismi che di lì a poco avrebbe trascinato la Spagna nell’inferno della Guerra Civile e poi della dittatura franchista.
Buñuel, il suo affrancarsi da Dalì, la sua rabbia creativa, il suo sentirsi perso ma non smarrito, emergono in modo prepotente da Nel Labirinto delle Tartarughe, così come lo spaccato di un’epoca di miseria e abbandono, che di lì a qualche tempo il regime di Franco avrebbe cercato semplicemente di nascondere piuttosto che di correggere.
Belle le musiche di Arturo Cardelús, che ben si connettono alla sceneggiatura di Eligio R. Montero e Salvador Simó, che per quanto non particolarmente visionaria od eccentrica, è molto equilibrata, soprattutto per ciò che riguarda il protagonista, descritto soprattutto come uomo in fieri, creatura in mutamento.
Sicuramente un’opera complessa, che non lascia indifferenti, una scommessa vinta.

Giulio Zoppello, Cinemathographe.it

Costo biglietto: 7.90