Citizenfour
di Laura Poitras — Germania/USA, 2014, 113'
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Hotel Mira di Hong Kong (Cina): rintanato in una delle stanze c'è il contractor della NSA (National Security Agency) Edward Snowden le cui rivelazioni di lì a poco rimbalzeranno tra i media planetari. È il giugno 2013, Snowden ha 29 anni e una consapevolezza impressionante della gravità delle informazioni di cui è in possesso. L'incontro con la macchina da presa della regista Laura Poitras, alla presenza dei giornalisti Glenn Greenwald e Ewen McAskill, dura otto giorni. In parallelo all'intervista in albergo, emergono alcune testimonianze ed episodi salienti sul tema dei big data e metadata: esponenti dell'agenzia per la sicurezza nazionale che negano di raccogliere dati personali di privati cittadini, William Binney, ex dipendente NSA che aveva posto lo stesso problema nel 2006, un rappresentante del movimento "Occupy Wall Street" che illustra il problema e la pericolosità del linkability
L'eccezionalità cinematografica di "Citizenfour" (...) è nell'intreccio di generi: un fatto di cronaca politica universalmente noto si trasforma in un thriller dalla tensione hitchcockiana, ibridato a tratti da tocchi di horror orientale e più spesso da codici da spy story internazionale da serie di Bourne. È anche cinema verità, per l'incertezza delle conseguenze della piega che prenderanno gli eventi e tanto di imprevisti sul set (l'allarme antincendio che fa sobbalzare tutti), ma al contempo non rinuncia a tocchi di drammaturgia, come nel caso della scena finale con la comunicazione "cartacea" tra Greenwald e uno strabiliato Snowden. (...) Ancora prima di questa strabiliante mescolanza di elementi, sta la rilevante inversione di un processo abituale del genere documentario: il protagonista, privato cittadino e iper competente in materia informatica, non è oggetto passivo di detection da parte del filmmaker ma è lui stesso l'artefice del "casting" di regista e sceneggiatori (i giornalisti). Decide le modalità di rivelazione di segreti e prove a lui noti, guida il racconto, anche a seconda dell'intensità della caccia che gli si stringe attorno ("vorrei che disegnassi un bersaglio sulla mia schiena", chiede alla regista). Insomma, pur essendo la preda, non chiede protezione ma esposizione. Inutile dire che sono molteplici gli interrogativi inquietanti e urgenti legati all'idea di essere tutti spiati nelle comunicazioni e nei movimenti fisici e di denaro (quando non da droni): in campo non c'è solo la limitazione dell'esplorazione intellettuale, che peraltro tradisce l'origine democratica della rete e la riporta a un suo uso prettamente militare, ma la stessa sopravvivenza delle garanzie democratiche.
Raffaella Giancristofaro - mymovies.it