Frank Lloyd Wright
di Nene Grignaffini, Francesco Conversano — Italia, 2019, 54'
Frank Lloyd Wright, icona della cultura americana del novecento, fin da inizio secolo teorizzò il dialogo fra la natura, l’ambiente e l’architettura. La cosiddetta architettura organica, con la quale si intendeva unire elementi naturali e costruttivi,fu alla base dei suoi capolavori inseriti perfettamente nell’ambiente circostante: dalla Casa sulla cascata (Fallingwater o Casa Kaufmann del 1939) al Guggenheim Museum di New York (1943).
In primo piano, la sua concezione di "Prairie house", modello moderno e allo stesso tempo tradizionale, radicato fortemente nella cultura americana, che predilige l'estetica e l'uso della tecnologia rimanendo fedele ai fondamentali valori quali quello della famiglia, della sicurezza e della privacy.
Il progetto di "Broadacre City", proposto da Wright nel 1934, doveva considerarsi un modello di urbanizzazione per una libera città: "la città dovunque e in nessun luogo". Decentramento e urbanizzazione avrebbero costituito gli elementi fondamentali per un "riassestamento organico" della struttura sociale e civile americana. A ciascun cittadino doveva essere concesso un acro di terreno in modo che ogni famiglia potesse vivere nel verde. La visione urbanistica di Wright, la visione di Broadacre City, raccoglieva in sé altri grandi miti americani quali la libertà, l'indipendenza, la proprietà e l'autonomia. La sua visione rimane forse la matrice-chiave di interpretazione della nuova sub-urbanità americana e la risposta alle utopie europee.
E ancora, il concetto di "architettura organica", pilastro della visione di Wright, su cui progetterà e costruirà molte opere nel corso della sua vita e "Fallingwater", la casa sulla cascata, quella che rimane il paradigma del suo pensiero di architettura organica, del suo rapporto tra il costruito e la natura. Infine, l'opera forse più celebre: il Guggenheim Museum di New York, una delle più grandi opere del XX secolo.
Ingresso gratuito.