Il sud è niente
di Fabio Mollo — Italia, 2013, 90'
con Miriam Karlkvist, Vinicio Marchioni, Valentina Lodovini, Francesco Colella, Andrea Belissario, Alessandra Costanzo, Giorgio Musumeci, Peppe Piromalli, Silvana Luppino
In un piccolo paese affacciato sullo stretto di Messina, Grazia vive con il giovane padre Cristiano, rimasto vedovo, che si guadagna il pane vendendo stoccafisso in un piccolo negozio della periferia di Reggio Calabria. Quando, durante un bagno notturno, la ragazza crede di vedere il fratello Pietro, morto anni prima in circostanze poche chiare, uscire dall'acqua e avviarsi verso la città, cercherà di avere quelle risposte che non ha mai avuto.
Calabria nostra terra di frontiera. In una cittadina sul mare arranca la vita di un padre e una figlia post adolescente, entrambi con fardelli non immediatamente decifrabili. Pesa l’assenza di un terzo familiare, il fratello Pietro, morto ma “rivissuto” dalla ragazza come si trattasse di un fantasma. Lei si “maschilizza”, quasi introiettando i due uomini della sua vita, finché non riesce ad aprirsi a un altro, un ragazzo che sentimentalmente non le è estraneo. Vita dura per tutti; inoltre il padre, che ha un negozio di pesce, oberato dai debiti sta per cedere la bottega agli strozzini del paese, legati alla malavita organizzata. Esisterà un futuro quaggiù? Opera prima realizzata grazie agli sforzi del Torino Film Lab e di due intraprendenti (e soprattutto indipendenti) produttori francesi, Jean-Denis Le Dinahet e Sébastien Msika, Il sud è niente è un esordio molto interessante. Specie per il lavoro sulla giovane protagonista, interpretata in modo ruvido da Miriam Karlkvist: il regista Fabio Mollo sceglie di aderire non tanto al suo sguardo quanto al suo corpo, instabile e non integrabile, una discrepanza di carne e sangue in un contesto che «è niente». Non tutto il resto purtroppo brilla allo stesso modo, ad esempio è buttato via il personaggio di Valentina Lodovini, che non pare neanche scritto. Molto bravo Vinicio Marchioni, capace di far sentire il disagio del padre senza quasi mai parlare. Nonostante i tratti acerbi, un film comunque da difendere e consigliare.
Mauro Gervasini, FilmTV