INTERNET'S OWN BOY: THE STORY OF AARON SWARTZ
di Brian Knappenberger — USA, 2014, 105'
proiezione in Inglese con sottotitoli in Italiano
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Dallo sviluppo del protocollo RSS a quello della piattaforma Reddit, c'è lo zampino del ragazzo prodigio dell'informatica Aaron Swartz. Il suo innovativo impegno di attivista per la giustizia sociale e nell'organizzazione politica, unito a un aggressivo approccio all'accesso all'informazione, lo hanno però imbrigliato in un incubo legale durato 2 anni, conclusosi con il suicidio a soli 26 anni. Il caso di Aaron ha scosso le coscienze ben oltre le comunità online nelle quali era una vera celebrità, la sua vicenda è un monito a non sottovalutare il rapporto tra tecnologia e diritti civili.
La citazione che apre il film viene da Henry David Thoreau: «Le leggi ingiuste esistono. Dovremmo accontentarci di rispettarle o cercare di correggerle? Rispettarle finché non abbiamo raggiunto il nostro scopo o trasgredirle subito?». Coglie e presenta perfettamente il punto di questa biografia di una vita breve, vissuta ad altissima velocità. Molti e preziosi gli home movies della famiglia Swartz e le testimonianze del padre e fratelli di Aaron, ma di molti esperti del campo, come il creatore del web Tim Berners-Lee. Un caso clamoroso di tradimento - da parte delle istituzioni, anche scientifiche, statunitensi - di una delle migliori menti del Paese. Una sconfitta per tutti, che si è tentato di cancellare intitolando a Swartz, a parziale risarcimento, la correzione di una legge federale contro l'hacking retrograda e vaga: il CFAA, Computer Act and Fraud Abuse (maldestramente ispirata, si dice nel film, alla storia paradossale di War Games - Giochi di guerra di John Badham, 1983). Documentario di notevole rilevanza giornalistica, che procede con lo stesso metodo scientifico, logico ed empirico, del proprio oggetto e illumina le diverse e divergenti velocità del progresso e della norma, il crinale tra disobbedienza civile e progresso universale. Regia incalzante, inserti competenti che non oscurano ma anzi esaltano l'energia innovatrice, dialettica del protagonista. Una visione che invita lo spettatore cittadino dell'era digitale a non delegare ad altri la conoscenza dei confini tra informazione, sicurezza e libertà.
Raffaella Giancristoforo - mymovies.it