Just Eat It
di Grant Baldwin — Canada, 2014, 75'
proiezione in inglese con sottotitoli in italiano
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Il sistema alimentare americano spreca quasi il cinquanta per cento del cibo prodotto. Un dato ancor più impressionante se si pensa che il dieci per cento della popolazione non riesce a raggiungere il sufficiente fabbisogno energetico giornaliero. Ma si può vivere esclusivamente con gli scarti di una produzione che si basa sullo spreco? È quanto hanno dimostrato Jen Rustemeyer e Grant Baldwin, che hanno vissuto per sei mesi, ingrassando qualche chilo e risparmiando circa ventimila dollari, raccogliendo confezioni scadute o prossime alla scadenza, danneggiate o mal etichettate, e grazie a prodotti freschi scartati in quanto difettati oppure perché di dimensioni o forme non consone alla vendita.
"Solo in Nord America, ogni anno il 40% del cibo prodotto viene sprecato, gettato via. Stiamo parlando di circa 50 miliardi di dollari che svaniscono nel nulla, completamente buttati". Grant Baldwin, canadese di Vancouver, è un giovane regista che ha deciso di realizzare un documentario su uno dei mali più grandi della nostra società: lo spreco del cibo. Si chiama Just Eat It e racconta di come Grant e la produttrice Jen Rustemeyer siano riusciti a sopravvivere per sei mesi spendendo solo 200 dollari e mangiando avanzi e prodotti scartati. "Vi stupireste di quanti alimenti buoni vengono buttati ogni giorno. In sei mesi non solo abbiamo mangiato benissimo, ma io sono anche ingrassato di qualche chilo", racconta sul suo blog Baldwin.
Just Eat It (...) racconta di un mondo nascosto dove i viveri possono essere scartati per il più futile dei motivi. "Lo spreco non è solo nei nostri frigoriferi, quando buttiamo qualcosa perché magari è scaduto. Quello più grave avviene a monte, dai produttori agricoli e industriali", spiega Grant. Nel film, ad esempio, si scopre che in Sud America le banane che non rispettano certi standard estetici vengono buttate, anche se dentro sono normalissime banane. C'è un angolo preciso per la curva di una banana e ci sono certi limiti di tolleranza: moltissime vengono mandate al macero perché magari non sono rotonde a sufficienza. "Mi è capitato di trovare una spedizione di cioccolata dall'Inghilterra del valore di circa 12.000 dollari buttata via perché mancava un'etichetta", racconta Baldwin.
Mele, pesche, la frutta in generale, se non è bella da vedere, difficilmente finisce sul bancone del supermercato. "Ma quello che conta, di un alimento, non è l'aspetto esteriore, ma se è buono o meno", dice Baldwin. Grant e Jen hanno registrato su video sei mesi della loro vita in cui non hanno fatto altro che andare da ristoranti, produttori e supermercati per raccogliere il cibo scartato. In totale hanno speso appena 200 dollari. "Il motivo è che anche se volevamo pagare per quelle pietanze, molto spesso ce le regalavano, proprio perché per i produttori non hanno più alcun valore. Per questo abbiamo speso così poco". Il film non è solo un viaggio nel mondo dello spreco, ma anche un invito a impegnarci a fare meglio, partendo dai nostri frigoriferi. "Alcune ricerche sostengono che tra un secolo sulla Terra ci saranno 13 miliardi di abitanti, quasi il doppio rispetto a oggi. Come sfameremo tutte queste persone? Bisogna agire subito, educare la gente a sprecare meno". Nel film ci sono già alcuni consigli base. Un esempio? Imparare a fare la spesa giorno per giorno, comprando solo quello che avete intenzione di consumare, decidendolo prima. Oppure creare una zona nel frigorifero dove stipare i prodotti che stanno per scadere, così da ricordarsi più facilmente di consumarli. Piccoli accorgimenti che però sono solo una minima parte del problema: "Ci sono mille difficoltà da affrontare. Ad esempio, le date di scadenza spesso vengono poste in maniera arbitraria e possono variare fortemente da un produttore all'altro. Bisogna intervenire sulla filiera produttiva, creare delle regole che siano più rigide. Non ha senso buttare via una mela solo perché è meno bella di quella di una foto pubblicitaria", conclude Baldwin. Un messaggio che, al contrario del cibo nel film, speriamo non vada sprecato.
Sergio Pennacchini, repubblica.it
Interviene alla proiezione mattutina per le scuole Lorenzo Mannella.