La grande abbuffata
di Marco Ferreri — Italia, 1973, 131'
con Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni, Philippe Noiret, Michel Piccoli, Andréa Ferréol
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Quattro amici amanti del convivio, Ugo, Marcello, Philippe e Michel si riuniscono nella villa di Philippe, dove un tempo soggiornò Boileau. Nelle loro intenzioni c'è il tentativo di un 'suicidio gastronomico', i quattro infatti decidono di cucinare prelibatissime pietanze e mangiarne senza mai smettere, fino a morire di indigestione. Durante l'immensa abbuffata, ospitano tre prostitute ed una maestra elementare che era passata dal giardino della villa con la sua scolaresca.
Tra dissolutezza e psicosi, aforismi e gag scatologiche, sesso e umiliazioni, quella di Ferreri e del suo cast a ruota libera è una favola scabrosa ed invernale, una “all you can eat quarantena” esasperata che guarda direttamente nell’abisso, in una apocalisse personale, fisiologica e sociale di tutti e senza tempo. Con il suo senso del macabro e una malinconia sporca quanto rasserenante, La Grande Abbuffata, commedia nera viscerale e sviscerante, è uno dei più grandi trionfi della mortificazione mai realizzati, capace di mettere in scena tutta l’insensatezza della condizione umana, tra decadenza e abbondanza. Semplice ma stratificato, crepuscolare e insieme goliardico, il compendio di genio e spudoratezza di Ferreri oggi brilla più che mai, tra esuberanze indigeste e indecenza sardonica, punto d’incontro irripetibile tra comicità alta e bassa (quando non orgogliosamente bassissima) eppur sempre ferace e puntuale.
V.M. 14