L'uomo che vendette la sua pelle VO
di Kaouther Ben Hania — Tunisia, Francia, Belgio, Germania, Svezia, Turchia, 2020, 100'
con Yahya Mahayni, Koen De Bouw, Monica Bellucci, Dea Liane, Darina Al Joundi
proiezione in arabo, inglese, francese, olandese con sottotitoli in italiano
Sam Ali, un giovane siriano sensibile e impulsivo, fugge dalla guerra lasciando il suo paese per il Libano. Per poter arrivare in Europa e vivere con l’amore della sua vita, accetta di farsi tatuare la schiena da uno degli artisti contemporanei più intriganti e sulfurei del mondo. Trasformando il proprio corpo in una prestigiosa opera d’arte, Sam finisce per rendersi conto che la sua decisione potrebbe non significare la libertà.
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l film viene proposto anche in versione doppiata in italiano, gli orari sono consultabili nella relativa scheda:
https://ilcinemadelcarbone.it/film/luomo-che-vendette-la-sua-pelle
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La storia la regista che mette in scena è ispirata alla celebre opera d’arte vivente Tim 2006-2008, dell’artista belga Wim Delvoye (che compare anche in un cameo nel film). Nel 2008 l’opera, un grosso tatuaggio sulla schiana di un uomo, Tim Steiner, è stata venduta per 150.000 euro al collezionista d’arte tedesco Rik Reinking, a Steiner è andato un terzo della somma. Il contratto prevede che Steiner (contemporaneamente supporto e opera) debba esibire il tatuaggio in una galleria almeno tre volte l’anno; inoltre, come da accordi, quando Steiner morirà, la sua schiena verrà scuoiata e la pelle incorniciata, prendendo un posto nella collezione d’arte personale di Reinking.
Lorenzo Peroni, ArtsLife
Kaouther Ben Hania si ispira a questa vicenda, che già tanto racconta del mondo dell’arte contemporanea, e la rende ancora più stratificata, politica, intrecciando in essa nuove problematiche etiche, spingendo così la riflessione in zone ancora più paludose.
«L’Uomo che Vendette la sua Pelle è un progetto nato dall’incontro di due mondi – ha spiegato la regista – quello dell’arte contemporanea e quello dei rifugiati politici. Da un lato abbiamo un mondo fatto di elite in cui libertà è la parola chiave, dall’altro un mondo fatto di sopravvivenza influenzato dagli eventi attuali in cui l’assenza di scelta è la preoccupazione quotidiana. Viviamo in un mondo in cui le persone non sono uguali. Nonostante tutti i discorsi sull’uguaglianza e i diritti umani, i contesti storici e geopolitici sempre più complessi fanno sì che ci siano inevitabilmente due tipi di persone: i privilegiati e i dannati».
Candidato Oscar 2021 per Miglior film internazionale. Vincitore del premio Inclusione Edipo Re a Venezia e miglior attore a Venezia 77 nella sezione Orizzonti all'attore protagonista Yahya Mahayni.