Mistero a Crooked House
di Gilles Paquet-Brenner — Regno Unito, 2017, 110'
con Glenn Close, Terence Stamp, Max Irons, Gillian Anderson, Christina Hendricks
Il detective Charles Hayward viene reclutato da una ex-fidanzata, Sophia Leonides, per trovare il colpevole dell'omicidio di suo nonno Aristides, ricco patriarca, prima che Scotland Yard porti a galla scomodi segreti di famiglia. Circolando per il maniero del defunto, abitato dai figli, dalle loro famiglie e dalla giovane seconda moglie, Charles si accorge presto che ciascuno di loro può essere sospettato del crimine, per qualche ragione, compresa Sophia stessa.
A più di quarant'anni dalla sua scomparsa, Agatha Christie, la regina del delitto, resta una delle scrittrici più amate, e le sue opere continuano a essere adattate per il piccolo e grande schermo. "Mistero a Crooked House" è tratto da "E' un problema", romanzo pubblicato alla fine degli anni Quaranta e che, pur non appartenendo alle sue due famosissime serie (quelle rispettivamente del detective Hercule Poirot e della vecchietta arguta Miss Marple), era considerato dalla scrittrice il preferito fra i romanzi da lei pubblicati.
Il progetto di un "Crooked House" cinematografico era stato lanciato qualche anno fa da Neil LaBute che, utilizzando una sceneggiatura di Julian Fellowes ("Gosford Park", "Downton Abbey") aveva provato a realizzare la pellicola. Come spesso accade nel mondo del cinema però, le cose hanno poi preso una strada diversa e dietro la macchina da presa ritroviamo il francese Gilles Paquet-Brenner, dopo il successo internazionale de "La chiave di Sara" . Venendo incontro alle esigenze corali della storia, "Mistero a Crooked House" può vantare un ricco cast, degno degli adattamenti più noti dei libri della Christie. Risplendono, sicuramente, Glenn Close, Gillian Anderson, Amanda Abbington, Christina Hendricks e il veterano Terence Stamp.
Come in molti romanzi della Christie, il colpevole persegue una sua personale e ovviamente discutibile idea di giustizia. Senza svelare niente, bisogna riconoscere che i membri della famiglia Leonides, pur nella loro pigra agiatezza, non riescono a risultare mai del tutto odiosi e nonostante le schermaglie da "gioco al massacro" che Fellowes orchestra, ci si rende conto che alla fine le vere vittime, nonostante tutto, sono proprio loro, e la liberazione non sta tanto nella scoperta dell'omicida, ma nell'avere la forza di voltare pagina. Ce la faranno? In fondo stanno per arrivare gli anni Sessanta e un'aria di rinnovamento la si comincia a sentire. Paquet-Brenner aveva dimostrato una passione per il cinema di denuncia borghese e perciò il copione di "Mistero a Crooked House" deve essergli sembrato particolarmente invitante. Se il gioco degli attori è ben congegnato e ci si diverte a seguire l'intreccio, le attenzioni del regista sembrano rivolte ancor di più alla valorizzazione degli spazi, in questo sapientemente assistito dal direttore della fotografia, lo scandinavo Sebastian Winterø. L'idea è quella di un cinema vicino a François Ozon, anche se la sequenza più interessante consiste in un'epifania danzata che sembra a metà strada fra Powell/Pressburger e il nostro Argento. La coinvolgente colonna sonora è dell'inglese Hugo de Chaire, talento emergente del quale sentiremo sicuramente parlare di nuovo.
Mirko Salvini, Ondacinema.it