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Psicomagia - Un'arte per guarire

di Alejandro Jodorowsky — Francia, 2019, 100'
proiezione in spagnolo, francese con sottotitoli in italiano

guarda il trailer

Psicomagia è il film più completo sul lavoro terapeutico di Alejandro Jodorowsky. Attraverso testimonianze reali ci spiega cos’è la psicomagia, quali sono i suoi principi e come viene praticata. Ci mostra alcune persone durante il loro processo di guarigione, dalla realizzazione del loro “atto psicomagico” fino alla dimostrazione dei relativi effetti. Per Jodorowsky, molti dei nostri problemi derivano dalle barriere create dalla nostra società, dalla nostra famiglia e dalla nostra cultura, tutti fattori che ci impediscono di trovare il nostro vero io. La psicomagia aiuta le persone a liberarsi da queste catene.Gli atti psicomagici hanno un forte impatto sull’inconscio. Perciò, sono spesso impressionanti e altamente cinematografici. Il film va oltre la finzione, filmando la realtà, ma una realtà accresciuta, magica e curativa. Psicomagia – un’arte per guarire è il film manifesto di un grande maestro.

Il principio-base della psicomagia è la comunicazione diretta all’inconscio, che avviene da parte del terapeuta-sciamano attraverso degli atti teatrali fortemente simbolici. Il paziente è chiamato a compiere delle azioni, che rappresentano in qualche modo il proprio problema e la sua soluzione. Secondo un principio anti-surrealista (questa definizione è ben spiegata dallo stesso Jodorowsky nell’introduzione del film), i personaggi raccontati nel documentario vivono una catarsi, che è esposta altruisticamente agli spettatori di tutto il mondo per dimostrarne l’efficacia e condividerne i risultati. Il film raccoglie alcuni casi esemplari, proseguendo e amplificando la missione già assegnata al Manual de Psicomagia del 2008.

Il volto ormai anziano di Jodorowsky è la costante narrativa di tutto il documentario, che si presenta come un vero e proprio compendio della sua filosofia. Attingendo al realismo magico, nel suo ramo letterario consacrato – oltre che dallo stesso Jodorowksy nel suo Quando Teresa si arrabbiò con Dio – da Gabriel Garcia Màrquez e Isabel Allende (giusto per citare i nomi più noti), lo sciamano mette su un cerimoniale che sullo schermo ha un impatto assolutamente suggestivo.

Impressionante, durante la visione di Psicomagia, è il doppio livello su cui tutti gli atti si muovono. Interno ed esterno, privato e pubblico, profondamente interiore e platealmente esteriore sono due pesi che si bilanciano per raggiungere il risultato finale. Lo spettatore avrà a che fare con reali percorsi terapeutici, con problemi – dunque – veri di gente vera e con soluzioni incredibili e surreali. Inoltre, il parlare all’obiettivo delle proprie sofferenze mostra a tutti il grande miracolo di fiducia e empatia che il regista è riuscito a creare negli anni. Un clima di assoluto affidamento che, come è evidente nel girato, è stato una condizione necessaria per poter portare sullo schermo questo prodotto.

Come la stessa pratica psicomagica, anche il documentario che ne parla è un’esperienza che va a toccare in primo luogo le corde dell’inconscio. Realizzato in maniera piuttosto semplice, punta tutta la sua carica innovativa nei contenuti più che sulla tecnica. Il documentario si presenta come un montaggio ordinato di casi psicomagici alternati a spezzoni di repertorio, per la maggior parte tratto dalla filmografia del regista. A supportare la carica emozionale del film, un’accurata colonna sonora che interviene per rendere l’esperienza emotiva ancora più completa.

Psicomagia è un documentario che può essere apprezzato se si ammette la possibilità che il cinema (o l’arte, in generale) possa mettere davvero in discussione il proprio modo di intendere la vita. D’altro canto, tutta la filosofia di Jodorowsky è una celebrazione di un altro livello percettivo, spesso poco considerato dalla cultura occidentale, quello che l’analisi psicologica cerca di dissotterrare, che si muove tra le viscere e esplode in manifestazioni incontrollabili. L’inconscio, la terra del Sogno, ma anche del pathos più profondo, dove affondano le radici le sofferenze più devastanti e indelebili dell’essere umano è la materia prima con cui tutta l’arte di Jodorowsky si è modellata negli anni. Dopo averne fatto immagine, il regista paga – per così dire – il suo tributo a questa straordinaria fonte di creatività e impara ad usarne il linguaggio per accudirla, lenirla, guarirla.

Psicomagia è l’ultima (per ora) tessera di quel mosaico variopinto e complesso che è tutta la produzione artistica di Alejandro Jodorowsky. Cineasta, romanziere, sciamano, drammaturgo, studioso della storia e dell’iconografia dei tarocchi, sceneggiatore di fumetti: c’è davvero poco in tutto il campo creativo su cui il Maestro non abbia messo mano. Tutto, alla fine, converge in un’unica visione del mondo, una risposta di cuore alle storture di una società frenetica ed eccessivamente intellettualizzata, che trascura l’importanza delle emozioni.

Il messaggio e l’età di Jodorowsky lascerebbero intendere Psicomagia come una sorta di testamento spirituale o, perlomeno, come una sintesi provvisoria di un uomo anziano e saggio che ha imparato nella cura dell’altro il Senso della Vita. Il risultato di questa pratica apparentemente folle è una risposta del pubblico entusiasta e sentita, tant’è che parte del film è stata finanziata da un crowfunding. Un piccolo documentario, ma che assolve a un compito enorme: consegnare ai posteri i principi e l’esperienza di un terapeuta unico nel suo genere, e non permettere che questo innato amore verso il prossimo possa – un giorno – estinguersi.

Francesca Romana Torre, Cinematographe.it

La proiezione di martedì 5 novembre alle 18:00 è riservata ai soci del cinema del carbone, con biglietto d'ingresso unico di 4 euro.