Searching for Sugar Man
di Malik Bendjelloul — Svezia/UK, 2012, 86'
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Rodriguez è morto. Si è dato fuoco sul palcoscenico, durante un concerto. Anzi no, si è sparato un colpo alla tempia davanti al pubblico che lo stava ridicolizzando. O forse è semplicemente sparito nel nulla. La vita di questo musicista americano, autore negli anni '70 di due soli album, ritenuto dagli estimatori migliore di Bob Dylan, è di per sé un film; mito e leggenda si mescolano e si trasformano in una mistura indefinibile e affascinante, in cui è impossibile delineare con chiarezza verità e finzione, storia e racconto. Ci ha provato e ci è riuscito in maniera geniale il regista svedese Malik Bendjelloul che con Sugar Man ha conquistato il Premio Oscar al miglior documentario; un riconoscimento del tutto meritato per l'equilibrio con cui il cineasta è riuscito a bilanciare resoconto e rappresentazione, non perdendo mai di vista la centralità del protagonista.
Premio Oscar come Miglior Documentario 2013.
La particolarità di questo lavoro è che in certi momenti si ha la sensazione di assistere ad un raffinatissimo e geniale mockumentary su uno dei più grandi musicisti americani di cui gli americani non hanno mai sentito parlare; questo è in realtà il più grande merito del regista che ha saputo prendere gli snodi fondamentali della vita di Sixto, trasformandoli in spettacolo cinematografico puro. Ci ha mostrato la verità nel modo più appassionante, facendoci diventare gli spettatori di un giallo. Il regista non fa che sottolineare l'eccezionalità di un uomo che torna a prendersi lo spazio che merita, la straordinarietà di un artista che viene 'ritrovato'. E' la storia che ogni buon scrittore vorrebbe trovarsi tra le mani e il fatto che sia 'vera' non fa che arricchirla, perché la vita per fortuna riesce ad essere più bizzarra del lavoro del più ispirato dei narratori.
Francesca Fiorentino - movieplayer.it