The Brink - Sull'orlo dell'abisso
di Alison Klayman — Usa, 2019, 93'
con Steve Bannon
proiezione in inglese con sottotitoli in italiano
La storia di Steve Bannon, ex stratega e uomo chiave di Donald Trump, dal suo allontanamento dalla Casa Bianca fino al termine della sua campagna itinerante tra U.S.A ed Europa. Il film fa luce sui suoi sforzi per dare vita a The Movement, l’organizzazione creata per promuovere una politica sovranista e populista nel Vecchio e Nuovo Continente, al fine di unificare i partiti di estrema destra.
The Brink – Sull’orlo dell’abisso si caratterizza per la sostanziale neutralità della telecamera, della narrazione, assolutamente passiva rispetto agli eventi, totalmente al servizio di questo pingue e corpulento ideologo e tecnocrate politico, uno di quegli americani che quando vengono in vacanza a Positano o a Roma non possono non strapparci una risata per la loro mancanza di buon gusto nel vestire, per le scarpe dozzinali e i modi impacciati.
Ma dietro tutto questo, si nasconde un uomo di un’intelligenza, una freddezza e una cultura impressionanti, un profeta della nuova destra intimamente razzista, conservatrice, ignorante e xenofoba che si auto-giustifica e auto-assolve in nome della lotta alle “elites” e dell’aiutare i “veri” cittadini. Il tutto è descritto come un perfetto metodo di semplificazione estrema dei problemi, dei bisogni, delle soluzioni, con naturalmente gli immigrati quali totem del male assoluto, di ogni difficoltà incontrata da parte dell’elettorato a cui si rivolge non solo lui, ma tutti i partiti della destra populista.
Ma The Brink – Sull’orlo dell’abisso fa di più, ci mostra questo elettorato e ci mostra chi si nasconde dietro Bannon. Ci mostra l’America dei miliardari spietati, di coloro i quali vogliono meno Stato, meno leggi, meno controlli, per i quali le regole sono una noia e il profitto l’unico metro per valutare una vita.
Ma il documentario della Klayman fa di più, getta una luce nuova, più eloquente, sull’America bianca, dimenticata, povera, ignorante, vecchia e arretrata che è stata alla base della vittoria di Trump; in tutto e per tutto è l’America dei 50enni, 60enni, che era cresciuta nel mito di Reagan, dell’America come Impero del bene, trionfo del consumismo e della libertà totale. Ora invece si trova a che fare con un’America multigenere e multirazziale, ambientalista, dove sembra sparito l’ascensore sociale, dove il mondo appare un enorme mostro dalle mille lingue apparso per distruggere tutto ciò che conoscono.
Steve Bannon è un maestro nell’usare l’energia del pubblico, di ogni pubblico. The Brink ci mostra un uomo ironico, auto-ironico, affabile, eloquente e determinato, che nasconde la sete di potere, di controllo, dietro i modi ragionevoli, che usa la maschera del patriottismo per nascondere un disegno di politica globale che definire neo-fascista pare quasi riduttivo.
Complottismo, intolleranza, teoria dell’accerchiamento, classismo, razzismo… Tutto questo è usato da Bannon per accrescere il proprio potere, per aumentare la propria influenza. Perché alla fin fine si ha la netta sensazione che mezzo e fine coincidano, siano sovrapposti. Ma come si può battere tutto questo? Questo trend globale dell’ignoranza che si bea di sé stessa, fiera del suo essere com’è, del suo cospargere di zucchero il corpo di una visione del mondo come castello medievale da difendere, costruito sull’odio verso i poveri più che verso la povertà?
Semplice, sembra dire The Brink – Sull’orlo dell’abisso, mettendoli di fronte alle proprie bugie, alle gambe corte del proprio credo che non ha il coraggio di definirsi fascista pur essendolo, gettando luce sulle loro contraddizioni, smettendo anche di dargli importanza, visto che già parlarne per combatterlo significa dargli una mano.
A conti fatti avere fiducia nei giovani, nelle nuove generazioni, nel loro disporre di quel tempo che per le vecchie nostalgiche di un qualcosa che non può e non saprà tornare, è il modo migliore per schiacciare sotto il proprio stivale questi personaggi, questa teoria dello scontro tra civiltà. Una verità che Bannon teme e che nel finale si realizza con la sconfitta e la perdita della Camera per Trump.
Ma la strada per battere Bannon e l’odio che nutre sarà lunga. Un documentario prezioso, fortissimo, illuminante, un’opera necessaria in questo tempo e in questo momento.
Giulio Zoppello, cinematographe.it
Presenta il film il giornalista di Internazionale Alessio Marchionna.