Un bel mattino
di Mia Hansen-Løve — Francia, 2022, 112'
con Léa Seydoux, Pascal Greggory, Melvil Poupaud, Nicole Garcia
guarda il trailer • acquista il biglietto
Sandra Kinsler, traduttrice consacrata al suo lavoro e al prossimo, vive a Parigi con la sua bambina. Sandra riscopre l'amore con Clément, un suo vecchio amico. Ma quel nuovo sentimento improvviso si scontra con la realtà di suo padre, un insegnante di filosofia che vive solo e ha bisogno di cure. Per gestire il genitore, comincia per Sandra e la sua famiglia la ricerca di un luogo che sia di aiuto al padre. Tra una vita che si spegne e un amore che comincia, Sandra approfitta di quegli ultimi momenti di complicità col padre e cerca all'orizzonte un nuovo inizio.
-------------------------------------------------------------
Il film viene proposto anche in versione originale sottotitolata in italiano, gli orari sono consultabili nella relativa scheda:
https://ilcinemadelcarbone.it/film/un-bel-mattino-vo
--------------------------------------------------------------
Una sinfonia leggera e dolce, il cui testo nasconde però un significato profondo e sofferente. È questa la sensazione percepibile che si ha scorrendo fra le sequenze di Un bel mattino, mentre la macchina da presa immerge lo spettatore nell’apparente quotidianità tranquilla e ordinaria di Sandra. Ma se in superficie l’apparenza inganna, dando uno sguardo dentro si svela il tumulto di una donna provata dalle condizioni del padre debilitato, il cui ricordo di lei si sta affievolendo proprio come la sua vita, destinata a spegnersi.
La regista compone il racconto ammantandolo di colori pastello, chiari e vividi, con sullo sfondo la cornice di una Parigi che nasce e fiorisce nelle stagioni, per restituire una rappresentazione delicata di una donna che con eleganza, senza deturpare l’immagine di un tempo del padre, vive in anticipo un lutto che presto si consumerà. Lo vive a testa alta, nel silenzio del suo sguardo, in cui molto si focalizzano alcune scene, a volte accompagnate da una musica extradiegetica volta a enfatizzare i momenti di maggior pathos o valore.
Mia Hansen-Love non vuole costruire attimi melodrammatici a livello di sceneggiatura, poiché il vero dolore non urla, non si espone, non parla. Si legge. L’estremo pudore delinea il ritratto di Sandra, elogiandone la sua immensa forza oltre che totale dedizione verso il proprio genitore. E mentre questo stesso dolore alberga nella protagonista, crescendo esponenzialmente e in parallelo con la malattia del padre, un amore improvviso arriva a farle una carezza, pronto a portare un po’ di pace nel suo cuore.
Valeria Maiolino, Cinefilos