domenica
26
gennaio

Zorro

Prima nazionale

Di Antonio Latella e Federico Bellini.

Nel dittico che comprende Wonder Woman e Zorro, Antonio Latella, con Federico Bellini, analizza le ferite del XXI secolo: povertà, emarginazione, abuso. «La maschera di Zorro – spiega Latella – è un’evoluzione borghese dei nostri zanni. “Zanni” e “Zorro” iniziano con la stessa lettera: è lei la vera eroina. Hanno cercato di convincerci che gli ultimi saranno i primi e forse ci abbiamo creduto. Credo che la lettera Z racchiuda in sé tutte le implicazioni che possono derivare da questa frase.» 
Adottando le regole della danza, la regia scardina le convenzioni della messa in scena e propone sette quadriglie: i quattro attori, a turno il Poliziotto, il Povero, il Muto e il Cavallo, «ogni volta che scivolano sulla parola segno, devono ricominciare, cambiando identità e specchiandosi in quella degli altri. Dall’identità, il lavoro affonda sulla convenzione: quello che si fa sul palcoscenico resta tale, anche quando si tentino realismo o “verità”. Forse la sola possibilità d’esistere e sopravvivere è il dialogo che nasce dalla lingua, dall’alfabeto, o, come ci insegnano i supereroi, da una sola lettera. Allora, che sia la “Z”.»