American Animals
di Bart Layton — USA, 2018, 116'
con Evan Peters, Barry Keoghan, Jared Abrahamson, Blake Jenner, Ann Dowd, Udo Kier
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Spencer e Warren, due amici cresciuti a Lexington, nel Kentucky, studiano all’università locale ma vogliono dare una svolta alla loro vita e per farlo sono pronti a tutto. Il loro obiettivo diventa rubare un rarissimo libro antico, che malgrado l’enorme valore viene custodito nella biblioteca universitaria senza particolari misure di sicurezza. Reclutati altri due compagni, il contabile Eric e lo sportivo Chas, iniziano a programmare il colpo fino agli ultimi dettagli, ma li attende una serie di rocamboleschi imprevisti…
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Il film viene proposto anche in versione originale sottotitolata in italiano, gli orari sono consultabili nella relativa scheda:
https://ilcinemadelcarbone.it/film/american-animals-vo
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"Sensazionale" Variety
"Avvincente" Times
"Innovativo" Screen Daily
Era il 2004 quando quattro ragazzi in età universitaria decisero di rubare dalla biblioteca universitaria una serie di libri rari e costosissimi, per poi rivenderli sul mercato nero e ricostruirsi una vita con i soldi intascati. American Animals è la loro storia, e Bart Layton la racconta con il trasporto e la passione di uno che, dietro a quel gesto folle e inevitabilmente destinato al fallimento, ci ha visto un’aspirazione più grande, un anelito a un futuro migliore, diverso, che abbia un senso, che venga ricordato. Una vita, non una semplice esistenza.
Layton sceglie di raccontarla con lo stesso approccio con il quale i ragazzi affrontarono la rapina: con un entusiasmo pop contagioso e naif, che alterna momenti di grande cinema a interviste faccia a faccia con i veri protagonisti della faccenda, personaggi talmente assurdi che il dubbio che siano anche loro attori fatica ad andarsene. Narrativamente siamo di fronte a un film di rapina dei più classici. Se questa è la spina dorsale di American Animals, però, è in tutto il resto, negli orpelli, nelle riflessioni, nell’ambiguità della verità, che sta il suo cuore. Warren, Spencer, Eric e Chas non sono criminali, non sono poveracci e non hanno alcun vero motivo per pianificare la rapina: ragionevolmente benestanti, tutti instradati verso una carriera universitaria e un futuro forse banale ma rassicurante, è proprio in questa normalità estrema che trovano il motivo per ribellarsi e provare a lasciare il segno – a capire cosa significa davvero vivere. E Layton va loro dietro con gioioso abbandono, li asseconda con una regia e un montaggio ispiratissimi e ipercinetici, figli del Guy Ritchie prima maniera e di un approccio al racconto che confonde volutamente realtà e fantasia e si diverte ad analizzare ogni svolta da angoli diversi e spesso inaspettati.
Il risultato è un raro e prezioso caso di film che riesce a non perdere la leggerezza anche quando va a toccare tasti dolorosi e controversi; e che al contempo non da mai l’impressione di voler ridicolizzare o sminuire i tormenti di un gruppo di adolescenti costretti a combattere contro un nemico insidioso come la noia esistenziale, ma neanche di celebrarli o trasformarli in eroi: Layton riesce nel miracolo di mantenere quel minimo sindacale di distacco che gli proviene dal suo passato di documentarista, limitandosi a raccontare i fatti senza abbellirli e mettendo i suoi virtuosismi al servizio della storia. In altre parole, American Animals è un film semplicissimo da amare ma complicato da districare, perfettamente neutrale e insieme moralmente ambiguo, che tra un piano sequenza da capogiro e una fuga in macchina “alla Drive” riesce a infilare riflessioni su, tra le altre cose, il potere trasformativo della violenza e l’oppressività della vita di provincia.
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