martedì
05
novembre
21:15

Gli uccelli

di Alfred Hitchcock — USA, 1963, 115'
con Tippi Hedren, Rod Taylor, Jessica Tandy, Veronica Cartwright, Suzanne Pleshette

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Melania arriva a Bodega Bay con una coppia di pappagallini detti "inseparabili" da regalare a Mitch, giovane avvocato che abita con la madre e la sorellina Cathy. Durante la traversata della baia viene ferita da un gabbiano. Sembra un incidente, ma la realtà si rivela ben diversa: uccelli di ogni tipo si coalizzano in un'inspiegabile minaccia. Un incubo, che si conclude con l'assalto dei pennuti alla casa di Mitch. Da una novella di Daphne du Maurier, sceneggiata da Evan Hunter alias Ed McBain, uno dei capolavori di Hitchcock; attraverso una serie di scene in apparenza banali, un ritratto apocalittico della stupida specie umana e una raffigurazione delle sue paure più profonde. All'epoca fu uno dei film col montaggio più frenetico mai visto: oltre 3000 inquadrature. Esordio di Tippi Hedren, fiamma "impossibile" del regista e mamma di Melanie Griffith.

Alfred Hitchcock dipinge una sorta di manuale su come dev'essere girato un film fuori da ogni possibile classificazione, dentro solo ai parametri perfetti del suo stile unico: classico e sempre feroce.
Alla prima visione de Gli Uccelli, presentato a Cannes, gli spettatori in sala, giornalisti ed esperti compresi, restarono scioccati e senz'altro ammaliati dall'ultima visione del maestro, questa volta davvero estrema, quasi puramente filosofica.
Difatti si ha la netta sensazione, fin da subito, di partecipare più ad una intima suggestione personale che alla semplice visione di un film e sembra quasi un potere alieno al nostro controllo razionale che punta tutto su emozione e immedesimazione, affidando ogni forma di pensiero solo all'ultima epica inquadratura.
Resta ancora oggi impossibile non provare la più profonda inquietudine nell'assistere ad una delle sequenze più studiate e importanti della storia del cinema, quando nel parco giochi del piccolo paese californiano, la festa della piccola Cathy si trasforma in panico puro. Gradualmente aumentano gli uccelli violando lo spazio umano in un culmine di tensione infinita, capace solo in pochi sguardi di riassumere l’inquietudine verso l’ignoto, verso una ribellione, un vero attacco inaspettato di corvi e gabbiani che costringe uomini e bambini a fuggire disperati. E' la paura stessa riflessa nel cinema, gli sguardi di chi fugge sono inseguiti dagli uccelli e contemporaneamente anche dai nostri occhi che osservano e necessitano di partecipare alla fuga.
Il resto è storia o trama ed è quasi inutile da svelare proprio perché stavolta intrigo e sviluppo restano ai margini, secondari all'immedesimazione; fino poi all'epilogo dove in un panorama alieno all’uomo, regno solo di chi vola, l’ultima immagine vede vincere la natura ribellata e immanente.
Superato l’uomo resta il silenzio e l’immobilismo ed anche forse il più potente tra gli innumerevoli capolavori di Alfred Hitchcock.

Presenta il film Maurizio Matrone, autore di "Piazza dell'Unità", "Il commissario incantato".