Il giardino delle meraviglie
di Anush Hamzehian — Francia, 2011, 52'
Nel carcere della Giudecca, a Venezia, c’è un orto: l’orto delle meraviglie. Ogni giorno un gruppo di detenute lo cura e ne consuma i prodotti, trovando in un ortaggio o in un frutto un appiglio alla vita reale. Al di là dell’orto c’è la laguna, con i suoi odori salmastri e i suoi rumori inconfondibili, un cantiere navale dove qualcuno fischietta una vecchia canzone veneziana, un appartamento da cui arriva il profumo di un sugo al pomodoro... Le detenute ascoltano, conversano, pensano, sorridono. Soprattutto, riconoscono nei doni della terra piccoli regali che la prigione trasforma in momenti di autentica poesia.
Presenta il film Vania Carlot, operatrice della Cooperativa sociale Rio Terà dei Pensieri e responsabile del progetto di orto biologico presso il Carcere della Giudecca.
Un orto “meraviglioso”, in un carcere diverso dagli altri e una storia, a intreccio, di donne e di ortaggi. Siamo alla Giudecca e il film è “Le jardin des merveilles” di Anush Hamzehian, scelto per inaugurare la nona edizione del Venice Film Meeting 2012, appuntamento con le produzioni d’ispirazione veneziana in concomitanza con la Mostra del Cinema. Premiato al Festival Filmer le travail 2012, il film ha per protagoniste le detenute del carcere femminile, che interagiscono e si raccontano durante le pause del loro lavoro quotidiano. (...). Il film è firmato dal regista Anush Hamzehian, 32 anni, nato a Padova da madre italiana e padre iraniano, cameraman e giornalista a Bologna, poi conduttore radiofonico in Spagna, sceneggiatore per Next media Lab a Milano e attualmente regista di documentari a Parigi. Sono poco più di un centinaio le recluse nella struttura penitenziaria della Giudecca e 40 di loro sono impegnate in attività lavorative: alcune fanno parte della sartoria, molte della lavanderia industriale e le altre hanno invece scelto di dedicarsi proprio alla coltivazione dell’orto che rifornisce il carcere e che produce soltanto verdure e frutta bio. Una volta all’anno, l’Orto delle Meraviglie viene aperto alla città, perché chiunque possa vedere il lavoro delle detenute e i risultati che produce. L’intento del film - per noi riuscito - è quello di dar conto di un’umanità restituita con onestà intellettuale per immagini e frammenti di vissuto con uno stile che si mantiene rigorosamente documentario nel raccontare questa esperienza detentiva innovativa.
Il mattino