Il padre d'Italia
di Fabio Mollo — Italia, 2017, 93'
con Isabella Ragonese, Luca Marinelli
Paolo ha 30 anni e conduce una vita solitaria, quasi a volersi nascondere dal mondo. Il suo passato è segnato da un dolore che non riesce a superare. Una notte, per puro caso, incontra Mia, una prorompente e problematica coetanea al sesto mese di gravidanza, che mette la sua vita sottosopra. Spinto dalla volontà di riaccompagnarla a casa, Paolo comincia un viaggio al suo fianco che porterà entrambi ad attraversare l'Italia e a coprire il loro irrefrenabile desiderio di vivere.
Una vera sorpresa Il padre d’Italia di Fabio Mollo interpretato da due attori di razza: Luca Marinelli e Isabella Ragonese. Il regista de Il Sud è niente, che ha partecipato a diversi festival nazionali e internazionali, muove la macchina da presa dentro i sentimenti, le pulsioni e le vibrazioni emotive di due esseri umani opposti, che il caso fa incontrare una sera in un locale. Lui è Paolo (Marinelli), lei è Mia (Ragonese). Paolo introverso, orfano e razionale, un solitario che ha appena concluso una storia d’amore di 8 anni. Lei è una cantante allo sbando, esuberante, incapace di dire e dirsi la verità, e di mettere un punto fermo nella sua vita. Fra le altre cose è incinta. Da quell’incontro i due intraprendono un viaggio da Torino a Reggio Calabria passando per Roma e Napoli. «Un viaggio non solo geografico, ma anche sociale ed emotivo – afferma il regista – a mano a mano che procedono verso Sud Paolo e Mia si spogliano delle loro corazze, dei loro dogmi e si lasciano andare alla vita, soprattutto Paolo».
Un “on the road” dei sentimenti, che scandaglia tematiche come l’essere genitori al giorno d’oggi, che si sofferma su chi vuole esserlo e non può per natura, e chi lo sta per diventare ma non lo desidera. «Volevo raccontare chi della mia generazione smette di essere figlio e prova a diventare genitore, nonostante la precarietà dei tempi – sottolinea Mollo – una precarietà economica ed emotiva». Ed è proprio su questo argomento che Paolo e Mia si confronteranno lungo il viaggio. I due protagonisti si compensano, «si incontrano al momento giusto, si trovano davanti al baratro e si riconoscono come fossero quasi due animali – racconta Isabella Ragonese – si completano, Mia vede in Paolo qualcosa che va oltre la sua rigidità. Lui ha tutto quello che Mia non ha, e viceversa. Il padre d’Italia è un viaggio di due angeli custodi che si prendono cura l’uno dell’altra».
«Mi sono emozionando leggendo la sceneggiatura – spiega Marinelli, che qui supera se stesso dopo la performance in Lo chiamavano Jeeg Robot – i personaggi esplodono di emozioni. Questa è una storia che parla non tanto di omosessualità o paternità, ma di un amore ben più grande, quello verso la vita e soprattutto verso se stessi». «Questo è un film che ha poco a che fare con la religione, la società e la sessualità, parla semplicemente di una storia d’amore puro che supera qualsiasi barriera e vincolo», aggiunge il regista.
Per certi versi il modo di osservare da vicino i subbugli interiori di Mia e Paolo ricorda il cinema di Xavier Dolan, Fabio Mollo però tiene a precisare che i suoi punti di riferimento sono stati Una giornata particolare di Ettore Scola e Il ladro di bambini di Gianni Amelio. Ad amalgamare e a rendere più efficace questo racconto intimo ci ha pensato una colonna sonora travolgente elettronico-pop con incursioni anni Ottanta e rivisitazioni di classici dell’epoca come There Is a Light Never Goes Out dei The Smith o Il mare d’inverno di Loredana Bertè. Non perdetevelo.
Io donna