Il paradiso probabilmente (V.O.)
di Elia Suleiman — Francia, 2019, 97'
con Gael Garcia Bernal, Ali Suliman, Elia Suleiman, Grégoire Colin, Holden Wong
proiezione in arabo, francese con sottotitoli in italiano
ES fugge dalla Palestina in cerca di una patria alternativa, ma si rende conto che la Palestina lo segue come un’ombra. Quella che doveva essere la promessa di una nuova vita si trasforma in una commedia degli errori: non importa quanta strada percorra, da Parigi a New York, c’è sempre qualcosa che gli ricorda casa. Una saga comica che esplora identità, nazionalità e senso di appartenenza, nella quale ES pone la domanda fondamentale: qual è quel luogo che possiamo veramente chiamare casa?
Nominato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI con la seguente motivazione: "Un’opera impregnata di un umorismo irresistibile e attonito in grado di riflettere sulla diaspora palestinese conciliando impegno politico e sorrisi. Il regista – che come al solito è anche il protagonista del film – s’interroga sulla percezione che gli occidentali hanno degli arabi creando una serie di folgoranti cortocircuiti comici, come un Buster Keaton surrealista. La maestria della regia conferma Suleiman come uno dei massimi cineasti del cinema contemporaneo. E uno dei più necessari".
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Il film viene proposto anche in versione doppiata in italiano, gli orari sono consultabili nella relativa scheda:
https://ilcinemadelcarbone.it/film/il-paradiso-probabilmente
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“Nei miei precedenti film, la Palestina poteva essere apparentata a un microcosmo del mondo, nel mio nuovo film, IL PARADISO PROBABILMENTE, tento di presentare il mondo come un microcosmo della Palestina”.
Utilizziamo le parole di Elia Suleiman per sintetizzare la novità del suo nuovo lavoro, in cui lui stesso, come al solito protagonista praticamente silente, fra Buster Keaton e Jacques Tati, si trova alle prese con piccole grandi complessità della sua vita a Nazareth. Sempre cariche di metafore, come un vicino che invade il suo giardino per disporre a piacimento degli alberi di limoni, potandoli, raccogliendoli, e rassicurandolo che così cresceranno più grandi e forti; come dire, facile leggere il rapporto di complesso vicinato fra Israele e Palestina.
Il suo stile non cambia, accumulando delle situazioni visivamente costruite con molta cura, in cui l’ironia prevale dopo un iniziale spaesamento dello spettatore. Sono situazioni ordinarie della vita quotidiana, in cui la quiete è interrotta da una tensione latente, che dopo essere rimasta sullo sfondo prende il centro dell’azione.
Questa volta, però, Elia Suleiman decide di abbandonare il suo paese, in cerca di una nuova terra che l’accolga, come essere umano e come regista. Sembra, però, che la sua Palestina lo segua come un’ombra, con tanto di violenza latente e cattive abitudini di convivenza. La commedia dell’assurdo di Suleiman viaggia a pieno regime quando arriva a Parigi alle prese con una città spettralmente vuota per la parata militare del 14 luglio. Un produttore entusiasta della causa della sua terra giustifica il fatto che non farà il suo film dicendo che “non è abbastanza palestinese, potrebbe accadere in ogni parte del mondo”. È proprio così, IL PARADISO PROBABILMENTE è il richiamo pieno di ironia a un paradiso che è diventato quantomeno un purgatorio, a un mondo che vive in una situazione geopolitica quotidiana che sembra proprio quella della Palestina. Non cambia molto a New York, dove il tassista non ha mai visto un vero palestinese, ma la vita quotidiana non prevede meno armi da fuoco, anzi.
IL PARADISO PROBABILMENTE è cinema puro, sequela di visioni poetiche piene di originalità che spiazzano, divertono e scatenano una risata che presto in gola si contorce in amara visione, non poi così astratta, della realtà che viviamo in questi anni. Suleiman riesce a applicare con la solita efficacia il suo stile anche abbandonando casa, o meglio è casa che ormai è indistinguibile da quanto accade nelle città di tutto l’occidente.
Mauro Donzelli, Comingsoon.it