Il sentiero azzurro VO
						di Gabriel Mascaro — Brasile, Messico, Paesi Bassi, Cile, 2025, 85'
						 
 con Denise Weinberg, Rodrigo Santoro, Miriam Socarras, Adanilo Reis  
						 
 proiezione in portoghese  con sottotitoli in italiano  
					
guarda il trailer • acquista il biglietto
Tereza, 77 anni, ha trascorso tutta la sua vita in una piccola città industrializzata del Brasile, fino a quando un giorno riceve un ordine ufficiale dal governo che le impone di trasferirsi in una colonia residenziale per anziani. La colonia è un’area isolata dove gli anziani vengono portati a “godersi” gli ultimi anni della loro vita, liberando le giovani generazioni dal loro accudimento per potere concentrarsi completamente su produttività e crescita. Tereza si rifiuta di accettare questo destino imposto e decide di fuggire per intraprendere un viaggio di riscoperta attraverso il Rio delle Amazzoni e i suoi affluenti, per esaudire un ultimo desiderio prima che le venga tolta la libertà: una decisione che cambierà per sempre il suo futuro.
-------------------------------------------------------------
Il film viene proposto anche in versione doppiata in italiano, gli orari sono consultabili nella relativa scheda:
https://ilcinemadelcarbone.it/film/il-sentiero-azzurro
--------------------------------------------------------------
A metà strada fra il realismo di Una storia vera (1999) di David Lynch e la magia visiva di Bye Bye Brasil (1980) del regista recentemente scomparso Carlos Diegues, Il sentiero azzurrodel regista brasiliano Gabriel Mascaro (Neon Bull, 2015) ci porta con sé in un ipnotico viaggio lungo le magiche acque del Rio delle Amazzoni a scoprire perché vale la pena rimettersi in gioco anche quando ci si avvicina al traguardo della vita. Volendo ricordare le parole usate dallo stesso regista durante la conferenza stampa alla passata Berlinale, dove il viaggio avventuroso di Teresa non per niente gli è valso l’Orso d’argento, il lungometraggio “è un invito a danzare in elogio della libertà”. [...]
Con Il sentiero azzurro, Gabriel Mascaro riesce nella non facile impresa di creare situazioni paradossali ed assurde, cariche di magico realismo, ma che allo stesso tempo risultano credibili, se non addirittura plausibili. O a chi verrebbe in mente di non credere all’esistenza di una rara lumaca produttrice di liquido allucinogeno nella rigogliosa Amazzonia? Aiutato in questo da un’ottima sceneggiatura e da splendidi e convincenti attori, senza dimenticare il mesmerico potere della musica composta dal musicista Memo Guerra, ci trasporta in un’atmosfera piena di fascino e mistero. A quest’ultima contribuisce la scelta di girare in luoghi e siti inusuali, già carichi di inconsuete visioni come il parco divertimenti abbandonato, con le sue enormi statue, che probabilmente hanno visto nel passato tempi migliori; o la barca galleggiante del ‘Pesce Dorato’, luogo improbabile, ma tutto sommato possibile, di scommesse su pesci da combattimento che portano i promettenti nomi di ‘Via Lattea’ o ‘Sangue del Diavolo’.
Ma Mascaro non idealizza la realtà, si limita a distorcerla solo quel che basta per permetterci di credere nella sua narrazione fantastica. Servendosi di stereotipi tipicamente brasiliani, ci mostra un’Amazzonia magica, ma ce ne svela pure le contraddizioni, ne mette a nudo il falso idealismo. [...]
La vitalità, curiosità e resilienza di Teresa, con la sua voglia di rimettersi in gioco, rifiutandosi di accettare l’eutanasia ordinata dall’alto e accettando la sfida di conquistare la sua indipendenza, vuole essere una parabola del Brasile post Bolsonaro. E O último azul racchiude in sé tutto il passato e gran parte dell’ottimismo per un futuro Brasile.
Cinzia Cattin, close-up
Orso d’Argento, Gran Premio della Giuria Festival Internazionale del Cinema di Berlino 2025.



