Julieta
di Pedro Almodóvar — Spagna, 2016, 99'
con Emma Suarèz, Adriana Ugarte, Daniel Grao, Inma Cuesta, Darío Grandinetti
Julieta, una professoressa di cinquantacinque anni, cerca di spiegare, scrivendo, a sua figlia Antia tutto ciò che ha messo a tacere nel corso degli ultimi trent'anni, dal momento cioè del suo concepimento. Al termine della scrittura non sa però dove inviare la sua confessione. Sua figlia l'ha lasciata appena diciottenne, e negli ultimi dodici anni Julieta non ha più avuto sue notizie.
In Julieta, Almodòvar sembra parlare più con se stesso che con il pubblico, affrontando le proprie ossessioni sullo sfondo di una storia che fa delle simbologie il suo asse portante; tutto ciò che accade riporta al mare, una forza primordiale in grado di attrarre e contemporaneamente respingere, proprio come il suo moto ondoso, metafora di quel futuro ignoto che riserva novità e pericoli, due facce della stessa medaglia.
Virginia Campione, cinematographe.it
Il rapporto fra Julieta e la propria figlia è lo specchio di quel desiderio di allontanarsi da chi si ama all’apparenza inspiegabile ma, ad uno sguardo più approfondito, unica via di fuga da una vita in grado di portar via improvvisamente le persone a noi care e con loro noi stessi; scappare, allora, sembra essere l’unico modo per evitare quell’opprimente senso di responsabilità capace di far sentire colpevoli per ciò che non si avrebbe mai desiderato accadesse.