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La favorita V.O.

di Yorgos Lanthimos — Irlanda, Regno Unito, USA, 2018, 120'
con Olivia Colman, Emma Stone, Rachel Weisz, Nicholas Hoult
proiezione in inglese con sottotitoli in italiano

guarda il trailer

Primi anni del XVIII secolo. L’Inghilterra è in guerra contro la Francia. Ciò nonostante, le corse delle anatre e il consumo di ananas vanno per la maggiore. Una fragile regina Anna siede sul trono mentre l’amica intima Lady Sarah Churchill governa il paese in sua vece e, al tempo stesso, si prende cura della cattiva salute e del temperamento volubile della sovrana. Quando l’affascinante Abigail Masham arriva a corte, si fa benvolere da Sarah, che la prende sotto la sua ala protettiva. Per Abigail è l’occasione di tornare alle radici aristocratiche da cui discende. Mentre gli impegni politici legati alla guerra richiedono a Sarah un maggiore dispendio di tempo, Abigail si insinua nella breccia lasciata aperta, diventando la confidente della sovrana. Grazie all’amicizia sempre più stretta con Anna, Abigail ha la possibilità di realizzare tutte le sue ambizioni e non permetterà a niente e a nessuno – donna, uomo, politica, coniglio – di intralciarle la strada.

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Il film viene proposto anche in versione italiana, gli orari sono consultabili nella relativa scheda:
https://ilcinemadelcarbone.it/film/la-favorita

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Yorgos Lanthimos applica la sua visione nichilista ad un trio tutto al femminile e a una società teatro di sanguinosi conflitti di classe. E proprio perché il contesto e le tre protagoniste hanno motivi condivisibili per essere spietate, la storia esce dall'astrazione metafisica che aveva caratterizzato i lavori precedenti del regista.
La Favorita è calato in un contesto storico e politico ben preciso, e racconta senza troppe esagerazioni la condizione femminile come un percorso a ostacoli all'interno di un mondo patriarcale che lascia alle donne pochissimi spazi di manovra, e ancor minori difese. L'unica donna che conta, qui, è la regina, ma questo non la sottrae alle logiche del potere declinato al maschile, che si esprime al grado zero con l'ennesima guerra. Anna è una bambina mai cresciuta (e impossibilitata a veder crescere i suoi numerosi figli) capace di improvvise gentilezze e di altrettanto imprevedibile ferocia. Una creatura sola e malata al crocevia degli interessi degli altri, mascherati da ossequio o da affetto. Ma al contrario di ogni altro cittadino inglese, la regina può dire: "Si fa così perché lo dico io" - il che è il sogno di ogni bambino viziato, oltre che la più elementare espressione del potere assoluto. Per questo l'ironia che colora tutta la narrazione è maliziosa e puerile, incline al dispetto più ancora che al sopruso, e solleva (finalmente) la narrazione dal registro plumbeo di molto Lanthimos precedente.

La cinepresa del regista (e del suo direttore della fotografia, l'irlandese Robbie Ryan, già "occhio" di Andrea Arnold) crea spazi compressi e claustrofobici, microcosmi autoreferenziali schiacciati da un fish eye che stritola gli esseri umani in una morsa fatale. All'interno delle sue inquadrature le tre attrici protagoniste - Olivia Coleman nei panni della regina, in grado di fingere un'emiparesi senza perdere i tempi comici e drammatici, Rachel Weisz in quelli di Lady Sarah ed Emma Stone nel ruolo di Abigail - fanno a gara a superarsi in bravura, ognuna alzando l'asticella recitativa a mano a mano che nei loro personaggi aumenta il livello di perfidia e la capacità di inventarsi strategie di dominio sempre più perverse. Ad ogni loro gesto corrisponde un istinto vitale, ancorché malato, che questa volta ha una giustificazione sociale e porta acqua al mulino dell'empowerement femminile: mostrando però come la brutalità e l'efferatezza non siano appannaggio solo maschile, ma parte integrante (e imprescindibile) della natura umana.

Paola Casella, mymovies

Vincitore del Gran Premio della Giuria e della Coppa Volpi per la migliore attrice a Olivia Colman alla 75° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, del Golden Globe per la migliore attrice in un film brillante a Olivia Colman, di 7 premi BAFTA e candidato a 10 premi Oscar.