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Le streghe son tornate

di Alex de la Iglesia — Spagna, 2013, 112'
con Carmen Maura, Hugo Silva, Mario Casas, Carolina Bang, Terele Pavez, Gabriel Delgado, Jaime Ordóñez, Secun de la Rosa

guarda il trailer

Dopo che i loro matrimoni li hanno portati al baratro svuotando i loro conti in banca, un gruppo di amici guidati da José, un padre divorziato, decidono di rapinare un negozio di "compro oro". Purtroppo per tutti, il giorno del colpo è anche il giorno della settimana in cui José può stare con il figlio Sergio di otto anni. Portandosi appresso il bambino, escono dal negozio con una borsa contenente 25 mila fedi nuziali. Non trovando più la loro macchina riescono a fuggire grazie a Manuel, guidatore di un taxi che si unisce al gruppo. Per evitare i posti di blocco e arrivare in Francia entrano nelle misteriose foreste dei Paesi Baschi, patria della stregoneria in cui si annidano gruppi di fattucchiere. Intrappolti nella villa dove hanno trascosro la notte, i malcapitati incontrano un gruppo di streghe che cercheranno a tutti i costi di impossessarsi degli anelli e delle loro anime...

Vincitore di 8 premi Goya.

Scritto assieme al solito straordinario Jorge Guerricaechevarria (spalla da cui non si può prescindere per qualsiasi valutazione sul cinema di de la Iglesia) Le streghe son tornate non fa mai mistero di usare le streghe per parlare di donne con il tono iperbolico, cattivo e spietato che il regista applica a qualsiasi argomento e dalle cui esagerazioni riesce ad estrarre le più oneste verità. Le donne sono streghe, tutte. Lo sono quelle vere, che nel film irretiscono i protagonisti e pianificano l'annichilimento del maschio, ma lo sono anche quelle che non hanno alcun potere magico, come si intuisce dalla maniera in cui i protagonisti parlano di loro. Usando infatti come un'arma il terrore degli uomini nei confronti di fidanzate e mogli, de la Iglesia e Guerricaechevarria si tengono in un miracoloso equilibrio, capace di condannare e scherzare pesantemente su entrambi i sessi (tanto vili e scemi gli uomini quanto oppressive le donne), di fatto evitando la trappola della misoginia.
Dopo i più cauti e modesti Oxford murders o La chispa de la vida e più in linea con il fortissimo Ballata dell'odio e dell'amore Alex de la Iglesia torna a girare un film in cui ambisce a godere e far godere, unendo tutto ciò che provoca piacere a lui e agli spettatori. Il thriller, l'azione, l'umorismo, i corpi, il sesso, il sangue, il mangiare, l'amare, il piangere e il correre, l'obiettivo del regista sembra di nuovo (e finalmente) essere quello di riuscire a comprendere nella stessa immagine tutto ciò che suscita sensazioni piacevoli e di farlo con una tecnica filmica magistrale, seria più di quella di qualsiasi altra commedia, capace di trovare sempre il tempo o il luogo per dire qualcosa di audace con le ambientazioni e le immagini.
Se infatti da una parte Le streghe son tornate può sembrare il massimo del disimpegno godereccio, dall'altra è evidente che senza sottolinearlo mai il film incastri nei dettagli segmenti potentissimi come la folgorante apertura in cui viene rapinato un negozio ComproOro (il simbolo stesso della crisi economica di questi anni) da un uomo armato di fucile a pompa, vestito e truccato da Gesù Cristo, accompagnato dal figlio di meno di 10 anni. Nessuno oggi in Europa è in grado di usare in questa maniera i generi cinematografici più commerciali che ci siano (azione, horror e commedia) per urlare con tale chiarezza la propria visione del presente.

Gabriele Niola - My Movies