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Marina

di Stijn Coninx — Italia/Belgio, 2013, 120'
con Luigi Lo Cascio, Donatella Finocchiaro, Matteo Simoni, Cristian Campagna, Evelien Bosmans, Chris van den Durpel, Warre Borgmans

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Sud Italia, 1948. Rocco ha dieci anni quando il padre, Salvatore, decide di emigrare in Belgio per lavorare in una miniera di carbone, credendo di poter dare un futuro migliore alla sua famiglia. L'ambiente grigio della zona mineraria, i gelidi inverni, una lingua e una cultura straniera rendono, però, la nuova vita di Rocco più difficile del previsto. Contro il volere del padre, il ragazzo cerca una via di fuga nella musica e nell'amore. Rocco seguirà il cuore e la passione per realizzare il suo sogno: diventare un musicista. Il film è ispirato alla vita del famoso musicista Rocco Granata, noto per aver composto la canzone "Marina". 

"Marina" è un film classico, didascalico nel suo delineare un percorso esemplare di formazione, che cerca e trova un personaggio vero il cui ruolo non si esaurisce dentro lo schermo. Perché Rocco Granata diventa necessario anche fuori dal cinema, nella vita che dopo il film torna a fare i conti con l' 'esilio' e con chi scopre che la terra promessa è molto diversa da come l'aveva immaginata. Ispirato alla biografia di Rocco Granata, cantante italiano naturalizzato belga, e nominato col titolo della sua canzone più celebre, Marina è un film che parla al cuore. Se la performance di Luigi Lo Cascio è in levare, sorvegliatissima è l'interpretazione di Donatella Finocchiaro, madre malinconica del Rocco di Matteo Simoni, che aggredisce il melodramma con piglio moderno e asciutto.Talento rivelato, Simoni incarna il coraggio e la determinazione di un sogno realizzato altrove, in una terra promessa che gli italiani negli anni Cinquanta contribuirono a costruire estraendo il carbone dalle sue viscere e respirando polveri nocive. Stijn Coninx, che rivela una felice predisposizione per il genere, realizza una storia in grado di commuovere la platea con robusti interpreti e con i giusti sacrifici che il melodramma richiede. Tra canzoni e colpi di scena, "Marina" è popolato da personaggi che soffrono perché vittime di ingiustizie o perché schiacciate da un destino predestinato. Le vicende di Rocco e della sua famiglia sono imperniate sulla verità della vita quotidiana, sulla verità cercata nella concretezza della loro esistenza che a un passo dal risolversi il caso dissolve. Il regista belga è bravo a regalare al pubblico quello che ama di più vedere: la conclusione felice e la speranza in un mondo migliore.  "Marina", attraverso il sistema retorico del melodramma, affronta il tema della migrazione, intrattenendo e squadernando davanti ai nostri occhi lo spettacolo dell'iperbole, emozioni ingigantite che danno voce agli scacchi affettivi e ai conflitti non riconciliabili. L'enfasi come una canzone diventa valvola di sfogo per far parlare il dolore e la perdita, la sconfitta e la risalita, vincendo la diffidenza e trovando il proprio posto nel mondo.

Marzia Gandolfi