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Memorie di un assassino

di Bong Joon-ho — Corea del Sud, 2003, 129'
con Song Kang-ho, Sang-kyung Kim, Roe-ha Kim, Song Jae-ho, Hie-bong Byeon, Seo-hie Ko

guarda il trailer

Gyeonggi, 1986. Il cadavere di una ragazza violentata scatena le indagini dell'inadeguata polizia locale, intenta più a cercare un capro espiatorio che a trovare il vero colpevole. Gli omicidi si susseguono inarrestabili e un ispettore arriva da Seoul per fare luce sul mistero. Il volto di Song Kang-ho, uno dei migliori attori della sua generazione, guarda in camera attonito e si rivolge direttamente a noi, smarriti e confusi, pieni di "perché". Come è possibile che l'uomo possa compiere atti simili? O forse, se una nazione intera vive all'insegna della violenza e dell'ingiustizia, quanto avviene non è che una naturale conseguenza?

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Il film viene proposto anche in versione originale sottotitolata in italiano, gli orari sono consultabili nella relativa scheda:
https://ilcinemadelcarbone.it/film/memorie-di-un-assassino-vo

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Se con Parasite Bong è riuscito a trasformare un profondo discorso sulla lotta di classe in un raffinato melting pot di generi e influenze, con Memorie di un assassino ha trovato l’idonea chiave di lettura per esprimere attraverso le dinamiche de poliziesco i mali e le contraddizioni di un Paese coma la Corea, moderno e sviluppato ma ancora fermo dietro a vizi e schemi passati. In particolar modo l’ambientazione ottantiana, spazio temporale dove ha luogo il racconto, si offre a diverse sfumature sociali e politiche nel corso dei sempre più burrascosi eventi e la “mano dura” della polizia è sviscerata con un originalissimo mix tra cupezza e ironia, ennesima decostruzione del genere filtrato qui in un’ottica lucida e personale.

Perché fin dai primi minuti nel film convivono una stralunata, ficcante, comicità e una verve drammatica e cruda nella miglior tradizione del filone, in un mix accattivante e sempre ricco di sorprese nelle due ore di visione. Se nel futuro Madre (2009), altra raffinata indagine psicoanalitica nelle ingiustizie, il regista aveva concentrato i suoi sforzi su un’odissea privata dolente e solenne, in quest’occasione il cuore della vicenda non può fare a meno delle sue anime complementari, elementi necessari alla fine di una coesione complessiva che sappia unire un sano intrattenimento a prova di grande pubblico a spunti di riflessione per nulla banali.

Con la componente thriller sempre in sottofondo e pronta ad esplodere in una manciata di scena madri dall’alto tasso tensivo, tra forsennati inseguimenti per le strade cittadine e agguati dall’esito amaramente scontato, Memorie di un assassino sa come e dove colpire, senza sbavature di sorta in un senso o nell’altro. La magistrale colonna sonora, perfetta partitura emozionale d’accompagnamento, l’arguzia narrativa ben presente anche nella stesura di dialoghi e battute, un approccio al macabro / grottesco che evita derive eccessive, completano un quadro di armonica e disarmante perfezione, ulteriormente impreziosito dalla maestose performance dell’affiatato cast.

Se Kim Sang-kyung svolge il compito di personaggio serio e cool, sempre pronto a fare la cosa giusta ma cedente nel finale ad un comprensibile vagito rabbioso, a fargli da ideale contraltare è l’ingenuo detective di Song Kang-ho, ormai celebrità internazionale e feticcio del cineasta, che proprio nei suoi sbagli e nelle sue debolezze risulta la figura più, maldestramente, umana del racconto: il rapporto tra i due si evolve vicendevolmente, lasciando che la profondità dei due relativi alter-ego tragga forza proprio dal loro scambio di vedute.

Memorie di un assassino riesce quindi in un’impresa per nulla facile con una semplicità inaspettata, dosando toni e atmosfere attraverso la duttilità della propria essenza cinematografica, mai doma e adagiata sugli allori ma sempre pronta a sparigliare le carte con un’intensità rapente e avvolgente che metteva in luce, già nel lontano 2003, tutta la maestria di uno dei massimi registi contemporanei, conscio delle proprie capacità e dotato di un approccio espositivo e contenutistico con pochi eguali.

Maurizio Encari, newscinema.it