mercoledì
12
febbraio
21:15

Noi non siamo come James Bond

di Mario Balsamo e Guido Gabrielli — Italia, 2012, 73'
con Mario Balsamo, Guido Gabrielli, Daniela Bianchi, Stefano Lorenzi, Stefano Bonetti, Stefano Clementi, Modesto D'Aprile

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Guido e Mario sono amici da una vita. Il loro primo viaggio insieme risale al 1985 e, dopo trent'anni di esperienze convissute e una lunga battaglia contro il cancro, decidono di partire per un viaggio in giro per l'Italia. A bordo prima di una Mini presa in affitto e degli Intercity dopo, tra domande e riflessioni esistenziali, pianificano un improbabile incontro con Sean Connery, il solo e unico James Bond, il loro eroe di un tempo. Dopo aver incontrato Daniela Bianchi, la prima misteriosa Bond girl italiana, tentano di contattare Connery per porgli una sola domanda e sapere come si diventa immortali.

Reale vs. immaginario, la vita non è un film e nessuno ha quella che vorrebbe. Eppure Mario Balsamo, con l’amico di sempre Guido Gabrielli, ha girato il mondo con la sana leggerezza dell’immortale, (in)seguendo il tempo finché questo non si è stoppato, ha aperto una parentesi dolorosa e li ha costretti a ripensare la propria idea di eternità. Immutabile è 007, nello smoking senza pieghe di Sean Connery: prendere le distanze dal mito oggi è più facile, perché con la maturità il percorso di Mario e Guido è inciampato nella malattia. Un’altra giovinezza non è un miraggio all’orizzonte della spiaggia di Sabaudia: adesso più di allora non sono come James Bond, ma le loro debolezze esposte alla mdp infrangono scogli emozionali che l’idolo di celluloide non avrebbe considerato. Non c’è salto senza rincorsa, e il documentario di Balsamo lavora sulla lentezza necessaria e salvifica della comprensione: parafrasando Gabrielli, piccolo editore attento e grande anima curiosa, la malattia non va combattuta come un’estranea. Il progetto è ricostruttivo di una memoria comune e di un sentire attuale che vive una biforcazione: da una parte l’irrequietezza di fronte a un’esistenza in ralenti, dall’altra la riscoperta energizzante dei tempi piccoli. Impressionati negli orologi e nei sassi, nelle conversazioni che dicono di oggi e di ieri con la stessa sensibilità. La caduta del mito, imbrigliato anch’egli negli acciacchi di un’impensabile vecchiaia, riconcilia con la precarietà del corpo illuminata dalla resistenza dello spirito.

Chiara Bruno, FilmTV