
Sotto il vestito niente
di Carlo Vanzina — Italia, 1985, 85'
con Tom Schanley, Renée Simonsen, Nicola Perring, Maria Mc Donald, Catherine Noyes, Paolo Tomei, Sonia Raule, Cyrus Elias, con Donald Pleasence
proiezione in italiano
Nella Milano di metà Anni ‘80, nel cuore dell’alta moda, una giovane modella americana scompare misteriosamente. Suo fratello e un commissario di polizia iniziano a indagare sul patinato ambiente delle sfilate, scoprendo un scenario morboso fatto di gelosie e ambiguità senza confini etici né morali. Diretto da Carlo Vanzina e basato sul romanzo di Marco Parma. è uno sfavillante quanto spietato ritratto del mondo delle passerelle di quell’epoca.
Sotto il vestito niente è un crocevia di suggestioni, il risultato di un cinema che vuole e riesce a mescolare una moltitudine di elementi differenti, arrivando a tessere una tela di equilibri ancora oggi difficili da ottenere.
Da un lato, la pura voglia di mettere in scena e fare cinema nel senso più puro del termine: il giallo, con le sue meccaniche, la sospensione dell’incredulità, i suoi percorsi spettacolari, la necessità della sua inventiva, le citazioni, l’infatuazione per il singolo istante di crudeltà. Dall’altro la spinta osservatrice al contemporaneo che sarà la spina dorsale del cinema dei Vanzina per tutta la loro carriera insieme, nel bene e nel male.
Sotto il vestito niente riesce in quel che moltissimo cinema italiano, ormai decadente, di quegli anni, falliva: riuscire ad essere “anni ‘80” senza subirne le tendenze e i vizi, ma prendendole di petto ed elaborandole, con la nuova estetica di quegli anni, a sua volta sgorgante da un modo tutto nuovo di intendere le immagini e le apparenze, pericolosa quanto affascinante da rendere cinema.
Difatti, in Sotto il vestito niente, a conti fatti, di passerelle e atelier c’è ben poco. Così come non arrivano ad essere stucchevoli il kitsch e il camp che de determinato molte scelte. Come se i due elementi – costume e stile – si fondessero tra loro, Sotto il vestito niente è un film in grado prima di tutto di emanare e suggerire, rimanendo sempre dentro i ranghi del genere e senza rimanere succube dei nuovi standard.
Semplice film e documento – di un decennio, di una città, di uno stile di vita – e insieme spettacolo attualissimo. Un quadrilatero di ossessione, seduzione, cronaca e cinefilia in perfetto equilibrio tra loro, in cui l’edonismo, la sessualità (trattata nel modo più libero immaginabile) e il semplice gioco del thriller riescono a brillare di una luce che, più passa il tempo, più sembra unica e inimitabile.
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