STYX
di Wolfgang Fischer — Germania, Austria, 2018, 94'
con Susanne Wolff, Gedion Oduor Wekesa, Alexander Beyer, Inga Birkenfeld
proiezione in inglese con sottotitoli in italiano
Quel che vorremmo tutti è un po’ di pace e per trovarla Rike (Susanne Wolff), protagonista di Styx, parte con la sua barca a vela per l’isola di Ascensione. Per arrivare alla sua meta paradisiaca però Rike deve affrontare un percorso tortuoso, che prende delle sembianze simboliche.
La donna parte da Gibilterra dove sono, secondo la mitologia, le colonne d’Ercole, la fine del mondo conosciuto. Come il cammino di Dante verso il Paradiso, la protagonista deve attraversare lo Stige, Styx in greco, uscendone trasformata.
Mentre il suo viaggio in barca a vela procede, avvolto dai raggi del sole e accompagnato dalle letture della flora e della fauna dell’isola di Ascensione, arriva una tempesta. Ormai Rike si è avventurata nell’Oceano Atlantico e non manca molto per arrivare alla meta. Peccato che imprevisti di enorme portata sono all’agguato e non solo il mood del viaggio cambia, ma vacillano anche le sicurezze e i valori della donna.
Wolfgang Fischer pone lo spettatore nello sguardo e nella pelle di Rike attraverso soggettive e il silenzio per far emergere sensazioni, ricordi, speranze e paure. La protagonista di Styx è da sola a contemplare la tranquillità dell’Oceano, a leggere, mangiare e dormire. Siamo noi ad accompagnarla, nutriti dalla curiosità di conoscere questa isola che tanto la attrae. Iniziamo a sognarla attraverso le illustrazioni del libro che legge e quando ci stiamo rilassando ecco che la tempesta ci risveglia. Il pericolo che la sua vita sia a rischio lo sentiamo vicino, ci siamo affezionati a lei e al suo sogno.
Il regista costruisce il film guidando i cuori del pubblico, portandolo nell’inconsapevolezza a confrontarsi con se stesso e a chiedersi cosa avrebbe fatto al posto di Rike. La tempesta infatti non è il pericolo maggiore, perché una volta finita avvista un’imbarcazione che potrebbe essere in difficoltà.