The Founder
di John Lee Hancock — Usa, 2016, 115'
con Michael Keaton, Linda Cardellini, Patrick Wilson, Nick Offerman, Laura Dern, John Carroll Lynch, B.J. Novak
L'incredibile storia vera di Ray Kroc, un rappresentante di frullatori americano con poche prospettive che, negli anni 50, imbattutosi in un chiosco di hamburger nel bel mezzo del deserto sud-californiano, ha creato l'impero mondiale della ristorazione "fast food" che noi tutti conosciamo come McDonald's. Un film sull'ambizione, sulla tenacia e sul prezzo da pagare per ottenere il successo.
The founder di John Lee Hancock racconta la storia di Ray Kroc, l’uomo che ha trasformato un chiosco di due ristoratori in gamba in una multinazionale. Personaggi realmente esistiti, visto che si parla della più invadente catena di fast food del pianeta. Michael Keaton fornisce in scioltezza ciò che il ruolo di Kroc richiede, dalle frustrazioni iniziali come rappresentante di frullatori al cinismo del magnate finale. Intorno a lui una serie di comprimari su cui spiccano Nick Offerman e John Carroll Lynch nei panni degli inventori del fast food.
Chi ha visto Saving Mr. Banks, il precedente film di John Lee Hancock, può riscontrare un tono comune. Anzi un semitono. Una sorta di deferenza. Un conto però è quando si parla della bonaria ostinazione di Walt Disney/Tom Hanks, che vuole a tutti i costi fare un film sul libro della bonariamente ostinata P.L. Travers/Emma Thompson. Diverso è quando parliamo di un uomo d’affari la cui “perseveranza” serve a prendere il sogno americano di due uomini d’altri tempi, trasformarlo in una polpetta di cartone e fargliela ingoiare, magari accompagnata da un milk shake fatto con le polverine.
Anche se Saving Mr. Banks è un film tutt’altro che memorabile, questo semitono ha funzionato per stemperare le insidie in technicolor del mondo Disney. Ma quella dei (vari) fondatori della ubiqua catena di fast food è una storia grigia e il semitono non serve a renderla più cupa, ma solo più grigia. Forse Antony Lane sul New Yorker esagera quando scrive che The founder “rischia di essere il primo film della nuova era trumpista” (e non solo perché negli Stati Uniti il film esce proprio il 20 gennaio, giorno in cui Donald Trump si insedierà alla Casa Bianca). Ma possiamo capire perché l’ha scritto. Ray Kroc infatti non è dipinto come “il male”, ma come un uomo d’affari che alla fine addenta il panino giusto. Deciso, cinico, al limite avido ma, grazie ai semitoni, neanche poi tanto.
Piero Zardo - Internazionale