giovedì
01
ottobre
21:15
venerdì
02
ottobre
21:15
sabato
03
ottobre
20:30 22:30
domenica
04
ottobre
18:15 20:45
lunedì
05
ottobre
21:15
domenica
11
ottobre
18:15 20:45
lunedì
12
ottobre
21:15
martedì
13
ottobre
21:15

Un mondo fragile

di Cesar Agusto Acevedo — Colombia, Francia, Paesi Bassi, 2015, 97'
con Haimer Leal, Hilda Ruiz, Marleyda Soto, Edison Raigosa, José Felipe Cárdenas

guarda il trailer

Alfonso, anziano campesino che ha lasciato la sua famiglia e la sua terra diciassette anni prima, ritorna a casa. A muoverne i passi la salute del figlio, che versa in condizioni precarie a causa di una  malattia respiratoria. Tollerato a fatica dalla vecchia consorte, che non gli perdona il passato, Alfonso partecipa con valore e pudore all'economia domestica famigliare, accudendo figlio e nipote in assenza delle donne, occupate in una piantagione di canna da zucchero. Subentrate nella raccolta a Geraldo, suocera e nuora combattano ogni giorno contro l'asprezza del mestiere e l'illegittimità di un regime lavorativo che pretende produttività in cambio di un salario prorogato. Esperanza vorrebbe andar via ma Geraldo è bloccato dall'affezione e dall'affetto che porta a quella madre ostinata a restare e resistere nella sua fattoria mentre la campagna intorno brucia sotto il vento del 'progresso'. Tra un incendio che avvampa e una vita smorzata, tra un aquilone che si solleva e troppa polvere che si posa, Alfonso infilerà nuovamente la strada per scampare il nipote e mettere in movimento il domani.

Vincitore al Festival di Cannes 2015 del Premio del Pubblico Gran Rail d'Or, del Premio Rivelazione, del Premio Nuovi Autori e del Premio Camera d' Or.

Dalla Colombia Il giovanissimo César Augusto Alvedo (28enne, classe 1987) firma un'opera prima commovente e piena di pathos, mettendo a frutto quella che era stata la sceneggiatura presentata per la sua tesi di laurea (un esordio notevole visto che l'opera si è aggiudicata anche il Premio alla Settimana della Critica del Festival di Cannes 2015). Un film profondo che scava nel dolore più denso di rapporti sghembi, disordinati, eppure pietre miliari di un sentimento vero, che né il tempo né la distanza sono in grado di affievolire. I bellissimi e 'ostili' paesaggi rurali che fanno da sfondo alla storia, segnano il passo di quest'opera prima che si nutre di una purezza del sentire e del percepire (la natura così come gli affetti) che si trasforma poi nel candore di un racconto capace di parlare al cuore dello spettatore senza filtri (visivi), né compromessi (narrativi). Alvedo ci parla della sofferenza e della felicità con le stesse serafica armonia e bellezza che ci provocano il galoppo di un cavallo lasciato alla sua libertà. Siamo di fronte a un cinema alto, che recupera appieno il tratto genuino del suo sentire, parlare, trasmettere emozione. Il cinema che nasce dalle sensazioni forti di un mondo in perenne contrasto tra natura e cinismo umano, poesia e brutalità. Un mondo fragile (La tierra y la sombra - ovvero la terra e l'ombra) ci trascina per mano in un mondo cosparso da un sottile e polveroso pulviscolo, quello dei tanti infiniti granelli che insieme formano il lungo e sempre scosceso sentiero della vita

everyeye.it

Domenica 11 ottobre la proiezione delle 18.15 sarà preceduta dalla presentazione delle attività di Slow Food in Colombia e dalla degustazione di alcuni dei prodotti provenienti dai presìdi presenti nel paese sudamericano.