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Vera

di Tizza Covi, Rainer Frimmel — Austria, Italia, 2022, 115'
con Vera Gemma, Sebastian Dascalu, Annamaria Giancamerla, Daniel de Palma, Asia Argento

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Vera vive all’ombra del suo famoso padre. Stanca della sua vita superficiale e delle sue relazioni, finisce alla deriva nell’alta società romana. Un giorno dopo averlo ferito in un incidente stradale in periferia, stringe un’intensa relazione con un bambino di otto anni e suo padre. Ma presto dovrà rendersi conto che anche in questo nuovo mondo è solo uno strumento per gli altri.

Vera Gemma, che per la sua interpretazione di se stessa ha vinto il premio come Miglior Attrice della sezione Orizzonti alla Mostra di Venezia, è una presenza metacinematografica convincente e commovente. [...] La sua è una natura "veramente" empatica che ricorda quella di Pier Paolo Pasolini, così vicina agli ultimi da rendere chi la possiede un potenziale agnello sacrificale. In qualche modo anche il film di Covi e Frimmel è pasoliniano, nell'amore con cui accarezza le periferie e i suoi personaggi, compreso il padre del bambino che sembra un ragazzo di vita 2.0, un accattone per il Ventunesimo secolo.
I due registi continuano a raccontare i loro protagonisti senza esercitare su di loro alcun giudizio morale e con totale aderenza filmica, cogliendone da vicino la tristezza e la poesia, in primis quelle di Vera, con il suo sguardo affossato che si fa carico del dolore del mondo, senza per questo disdegnare le boutique del centro e i selfie con i fan (più spesso del padre che di lei).

Vera non può fare a meno di dire la verità e non sa nasconderla nemmeno a stessa, per dura che sia. La sua incrollabile fiducia nell'intima bontà dell'uomo ha qualcosa di tragico e allo stesso tempo nobile, e la eleva al di sopra degli abusi di chirurgia estetica e delle frequentazioni del peggior generone romano. Ed è con onestà quasi neorealista che i due registi la raccontano, cogliendo il degrado della quotidianità che la circonda che non ha a che fare con una guerra mondiale, ma con un progressivo abbrutimento socioculturale che cresce come un pianta carnivora, e si allarga come un tatuaggio sui corpi di coloro che sono meno capaci di coglierne il pericoloso inganno.

Paola Casella, Mymovies

Premio Orizzonti per la migliore regia e Premio Orizzonti per la miglior attrice alla Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia.