12 febbraio 2018

ARNAUD DESPLECHIN: scene di vita a Roubaix

Prende il via lunedì 12 febbraio la rassegna monografica Arnaud Desplechin: scene di vita a Roubaix, dedicata al regista francese e realizzata in collaborazione con il Circolo del Cinema Ėjzenštejn di Mantova.

Per sette lunedì, nel doppio appuntamento delle 18:00 e delle 21:00, ricostruiremo l'opera di uno degli autori d'oltralpe più premiati ma al contempo meno conosciuti in Italia: i primi tre film, a partire dal suo esordio nel lungometraggio La sentinelle, sono inediti nel nostro Paese e verranno proposti in edizione originale restaurata e sottotitolta in italiano.

A chi sottoscriverà l'abbonamento alla rassegna, verrà dato in omaggio il catalogo.

Per informazioni: 0376.69860 – info@ilcinemadelcarbone.it - www.ilcinemadelcarbone.it

09 febbraio 2018

La cittadinanza del corpo 2017

Sabato 10 febbraio alle 17 il regista Mario Piavoli e la danzatrice Giovanna Venturini presentano il documentario La cittadinanza del corpo 2017: la testimonianza audiovisiva del progetto coreografico ideato da Virgilio Sieni e ispirato ad una virtuosa sinergia tra i luoghi del corpo e quelli dell’arte. Il lavoro, iniziato nel 2016 e che ha coinvolto più di cento persone impegnate per diversi mesi in numerose sessioni di prove, è approdato alle performance finali tenutesi a Palazzo Te nel luglio del 2016 e 2017. L'evento è in collaborazione con Centro Internazionale d'Arte e di Cultura di Palazzo Te.

07 febbraio 2018

DIALOGHI DI TEATRO CONTEMPORANEO CON ERMANNA MONTANARI

Giovedì 8 febbraio alle 21:15 prende il via la quinta stagione di Dialoghi di teatro contemporaneo, la rassegna di conversazioni-spettacolo informale ed empatica, che ogni anno porta sul palco dell'Oberdan i migliori artisti della drammaturgia italiana ed europea. Nel primo appuntamento, il critico Nicola Arrigoni converserà con la co-fondatrice e co-direttrice artistica del Teatro delle Albe Ermanna Montanari.

L'autrice ed attrice presenterà al pubblico le sue Miniature campianesi, la raccolta di racconti in cui narra la sua infanzia nella campagna romagnola.

Per informazioni e prenotazioni:

il cinema del carbone - 0376.369860 – info@ilcinemadelcarbone.it –

www.ilcinemadelcarbone.it – facebook il cinema del carbone

02 febbraio 2018

Poesia senza fine

"La poesia operò un cambiamento fondamentale nel mio modo di agire. Smisi di vedere il mondo attraverso gli occhi di mio padre. Mi era consentito tentare di essere me stesso."

Alejandro Jodorowsky, La danza della realtà

Il periodo lontano dalla regia cinematografica non ha scalfito il Mito di Jodorowsky, che anzi lo ha ramificato e radicalizzato spargendolo tra mille attività, i fumetti la psicomagia e tutto il resto. Considerare il corpus dell’autore come un movimento unico, per quanto impossibile da definire in maniera univoca, ci sembra la chiave più coerente per affrontare un’opera come Poesia sin fin (secondo tassello del racconto autobiografico dopo il fortunato La danza de la realidad), esplosa ed eccentrica, legata probabilmente molto più alla galassia espansa Jodorowsky che semplicemente all’aspetto cinematografico (qui mai tirato apertamente in ballo tra le arti predilette dal “poeta Alejandro”, che sperimenta invece le assi del teatro e del circo).

In un’ottica simile, questa biografia per immagini in progress di fatto si pone come atto fondativo definitivo del culto di Jodorowsky, libro ufficiale di una vera e propria religione che sta cosi costituendo il proprio vangelo di aneddoti allegorici, leggende edificanti, dogmi inattaccabili. E’ un’operazione imponente in cui l’autore sta trasponendo tutti i piani della sua poetica creativa e tutti i mille rivoli del suo eclettismo, difficilmente assimilabile ad una esigenza seriamente narrativa quanto invece ad una chiara tradizione artistica.
Ogni sequenza finisce in questo modo non soltanto raddoppiata, come la frequente presenza in scena dell’Alejandro in carne e ossa al fianco del suo simulacro giovane e fittizio suggerisce apertamente, ma letteralmente moltiplicata per n, affollatissima di figure, movimento e fondali a vista, maschere, cartonati, nani, animali, amori e catastrofi, un procedimento a spirale che finisce per trasformare ogni verso cantato in un verso urlato.

Quanto urla infatti questa poesia senza fine, quanto rumore fa la memoria immaginaria di Jodorowsky, e i suoi ricordi ritoccati attraverso lo sguardo sempre vertiginoso di Christopher Doyle! Come nell’arte del racconto orale, ognuna di queste “storielle” potrebbe essere riraccontata, rivisitata all’infinito e risultare ogni volta diversa, arricchita di nuovi particolari e colori, inedita.

Risultati immagini per poesia senza fine

Jodorowsky mette in atto dunque una sorta di autoremix, rimasterizzazione di un intero immaginario/repertorio a cura dell’autore stesso, di cui è facile intravedere pericoli, dubbi e punti critici: e però l’afflato testamentario sembra passare anche attraverso una specie di propaganda d’artista proprio per fare i conti con i demoni del proprio passato, parlare con il se stesso da ragazzo e con la sua testa calda, in grado di combinare disastri con la ragazza del migliore amico e collega di versi, e soprattutto pronunciare all’ombra del padre quelle parole di confessione e perdono che Alejandro non è mai stato in grado di dirgli dal vivo, avendolo salutato prima di partire per la Francia con l’astio di un conflitto che appariva insanabile.
E’ vero allora, la poesia in prima persona di Jodorowsky è prima di tutto una danza estetica e compiaciuta della propria ostinata unicità, ma al contempo pulsa sottopelle di una sensibilità struggente, di una necessità prepotentemente intima e contagiosa.

Sergio Sozzo, sentieriselvaggi.it

26 gennaio 2018

Walking about

Lunedì 29 gennaio parte allOberdan la rassegna organizzata dal cinema del carbone e dagli Scarponauti

Nel mio vocabolario personale affido alla parola viaggio uno statuto speciale. Per me è quello che si fa a piedi (Erri De Luca).

Oggi è quanto mai facile e veloce spostarsi da un luogo all'altro. Le distanze si sono annullate, il tempo contratto. Le terre e i cieli che stanno tra il punto di partenza e quello di arrivo sono usciti dalla nostra esperienza, cambiando il modo in cui stiamo al mondo.

Da lunedì 29 gennaio il cinema del carbone e l'associazione Gli Scarponauti propongono un cambio di passo con la rassegna Walikng about, un elogio del camminare declinato in quattro film, che a cadenza mensile accompagneranno il pubblico dall'inverno alla primavera attraversando al cinema monti e pianure secondo vie battute o più impervie.

Rispondendo al crescente interesse verso i grandi cammini, Walking about è una sorta di guida su grande schermo per allenare lo sguardo e lo spirito al viaggiare lento: i quattro film della rassegna ci insegnano che, grazie al ritmo regolato sul nostro passo, possiamo scoprire territori sconosciuti, individuare i segni della storia sedimentati nel paesaggio, trovare compagni di viaggio e di vita, tornare finalmente a noi stessi.

Il viaggio di Waliking about parte lunedì 29 gennaio con IL CAMMINO DELL'APPIA ANTICA, che celebra la Regina Viarum, l'imponente opera di ingegneria viaria che i romani costruirono tra il IV e il III secolo a.c. per raggiungere la Grecia e all'Oriente attraverso il porto di Brindisi. Guida d'eccezione è il giornalista e scrittore Paolo Rumiz, che ha dedicato molti dei suoi libri alla riscoperta delle storie nascoste nel paesaggio attraverso il viaggiare lento. Tra agrumeti e mandorleti, si avverte la presenza del poeta latino Orazio, di  Antonio Cederna (appassionato difensore dell'Appia dalle speculazioni edilizie), di Spartaco e dei suoi schiavi rivoltosi, dell'imperatore Federico II, che uniscono le loro voci alle varietà dei dialetti che ancora raccontano la memoria di queste antiche terre.

Con LIFE IN A WALK (mercoledì 28 febbraio) la rassegna ci porta sul cammino per eccellenza. Nel momento in cui la malattia sembra destinata a separare le loro vite per sempre, un padre e un figlio decidono di prendere insieme la via di Santiago per ritrovare il loro rapporto nei chilometri e chilometri di racconti, visioni, esperienze finalmente condivisi.

LE ENERGIE INVISIBILI (mercoledì 28 marzo) è un film che si interroga sulle ragioni che spingono un numero sempre crescente di persone a muoversi a poedi caricandosi uno zaino sulle spalle. Congiungendo idealmente l'Italia in un percorso da Milano a Roma, il regista raccoglie lungo la strada le idee e le emozioni dei pellegrini che si mettono in cammino andando - lentamente - controcorrente.

Il ciclo di film si chiude su uno dei grandi sentieri americani. MILE... MILE AND A HALF (mercoledì 2 maggio) ci introduce nello straordinario paesaggio del John Muir Trail, lo storico cammino californiano lungo poco meno di 340 km che parte dalla Yosemite Valley per raggiungere la vetta del monte Whitney. Un'immersione nelle meraviglie della natura che - come sempre - si rivela anche occasione di incontro e di relazione numerosi altri - stravaganti - viaggiatori.

Walking About vuole celebrare anche i vent'anni di attività degli Scarponauti, associazione di riferimento sul territorio mantovano per l'escursionismo, il trekking, il cicloturismo e il viaggiare lento.

Tutte le proiezioni avranno inizio alle ore 21.15. Biglietti: intero 7 euro, soci cinema del carbone e Scarponauti, giovani under 25 5 euro.

Per informazioni: 0376.369860, info@ilcinemadelcarbone.it, www.ilcinemadelcarbone.it.

08 gennaio 2018

Mondovisioni 2018

I documentari di Internazionale
Un progetto a cura di CineAgenzia per Internazionale

Dove l’informazione mainstream non arriva, arriva MONDOVISIONI. Per un vasto pubblico sparso in piccole e grandi città italiane, la rassegna di documentari targata Internazionale è ormai un insostituibile punto di riferimento per misurare la temperatura del pianeta a livello di lotte civili, affermazione dei diritti fondamentali, spinte verso il cambiamento, libera circolazione delle notizie. Gli otto film inseriti ogni anno ad ottobre nel programma di Internazionale a Ferrara e poi proposti in tour rappresentano la migliore selezione di documentari a livello mondiale sui temi dell’attualità geo-politica, della libertà d’espressione, e dei diritti umani. 

  •  martedì 16 gennaio: BREXITANNIA 

di Timothy George Kelly — Regno Unito, Russia, 2017, 80'

  • martedì 23 gennaio: ENTRE OS HOMENS DE BEM 

di Caio Cavechini Carlos, Juliano Barros — Brasile, 2016, 106' 

  •  martedì 30 gennaio: STRANGER IN PARADISE

di Guido Hendrikx — Paesi Bassi, 2016, 72'

  •  martedì 6 febbraio: AN INSIGNIFICANT MAN

di Khushboo Ranka, Vinay Shukla — India, 2016, 98'

  •  martedì 13 febbraio: FREE LUNCH SOCIETY

di Christian Tod — Austria, Germania, 2017, 95'

  •  martedì 20 febbraio: JAHA'S PROMISE

di Patrick Farrelly, Kate O’Callaghan — Usa, Regno Unito, Gambia, 2017, 81'

  • martedì 27 febbraio: THE WORKERS CUP

di Adam Sobel — Regno Unito, 2017, 92'

  •  martedì 6 marzo: BOILING POINT

di Elina Hirvonen — Finlandia, 2017, 91'
I documentari, proposti in lingua originale con sottotitoli in italiano, verranno proiettati in esclusiva al cinema Oberdan ogni martedì a partire dal 16 gennaio alle 18.15 e alle 21.15. 
I film sono disponibili anche per proiezioni per le scuole superiori la mattina successiva alla data indicata in programma o – su richiesta – nelle altre mattine della stessa settimana. 

Le scuole interessate alle proiezioni devono contattare il cinema del carbone allo 0376.369860 o scrivendo a info@ilcinemadelcarbone.it.
Abbonamento 8 film: 20 euro - biglietto singolo: 5/ 7 euro
per proiezioni mattutine per le scuole: 3 euro.
Per informazioni: Il cinema del carbone - Via Oberdan 5/11 - tel. 0376.369860 - info@ilcinemadelcarbone.it - www.ilcinemadelcarbone.it

In collaborazione con Amnesty International - Gruppo 79 Mantova, Comitato Provinciale ANPI Mantova, Banca Etica - Mantova, Ethics Expo, eQual, Libera - Coordinamento di Mantova, Mantova Solidale. 

Con il sostegno di ...con vista sul mondo, L'Albero, Mappamondo Soc. Coop., La Salamandra, Nur. Con il patrocinio del Comune di Mantova
Tutte le informazioni sulla rassegna: http://ilcinemadelcarbone.it/rassegne/mondovisioni-2018-i-documentari-di-internazionale

02 gennaio 2018

Nuove proiezioni

Le proiezioni di Assassinio sull'Oriente Express del 1974 prevista per il 3 gennaio e di Fenomeni Paranormali incontrollabili prevista per il 9 gennaio sono state cancellate per motivi tecnici.

Al loro posto vi aspettano i nostri film della programmazione natalizia.

20 dicembre 2017

NATALE AL CARBONE

C'è aria di mistero nel Natale del cinema del carbone. Sotto la quiete apparente della Suburbicon di George Clooney, nell'identità della protagonista di Sami Blood, tra le villette di Mr. Ove, nelle oscure stanze di Mistero a Crooked House e nella fitta foresta del Gruffalò si nascondono tensioni, omicidi, amicizie inattese e mostri pelosi! La programmazione natalizia 2017-18 alterna dark comedy, hard boiled, storie di formazione e favole a cartoni animati, componendo un menu capace di soddisfare tutti i palati. Ma non è finita qui ...

05 dicembre 2017

La storia del Gruffalò diventa un film

Da oltre quindici anni la storia del Gruffalò, uno dei mostri più conosciuti e amati in tutto il mondo, tiene compagnia a bambini e adulti; è la storia di un mostro tremendo, di un topo molto furbo e del loro sorprendente incontro nel bosco frondoso.

Ora il libro è diventato un cartone animato ed è in esclusiva al cinema del carbone e sarà in sala fino a Natale.

Età consigliata dai 3 ai 99 anni.

02 dicembre 2017

La commedia indie che ha conquistato Hollywood

Delicatezza o esagerazione. Sono questi i due "trappoloni" in cui cadono gran parte delle commedie incentrate sul confronto tra culture differenti. Alcune di queste rimangono prigioniere del politicamente corretto, altre invece sconfinano totalmente dall'altra parte della barricata, arrivando anche a flirtare con stereotipi razzisti e urtare chi sta a guardare. Delicatezza ed esagerazione possono però trovare un punto d'incontro perfetto su quello che oggi chiameremo "Pianeta Apatow". Judd Apatow, regista e produttore i cui lavori tendono purtroppo a oscillare tra film che diventano grandi successi esclusivamente negli USA o meteore che ingiustamente vanno a seppellirsi nel dimenticatoio (qualcuno ricorda l'interessante Funny People?). The Big Sick, prodotto da Apatow e diretto da Michael Showalter, è un gioiello da tenersi stretto. E il fatto che sia tratto da una storia vera e che il protagonista del film - l'attore Kumail Nanjiani - sia lo stesso uomo al centro degli eventi reali è un colpo di scena finale che sigilla il buon umore all'interno del cento per cento di credibilità.   Pierpaolo Festa (Nexta) Ecco dunque una storia su due culture troppo affilate per incontrarsi: quella pakistana, destinata a evolversi solo all'interno dei propri confini, e quella "americana 3.0", ancora troppo poco matura per affermarsi, perfino nella sua stessa patria. L'amore tra il ragazzo di origini pakistane e la ragazza bianca (entrambi 'americani'), ostacolato da fattori esterni e a tratti impossibile da portare avanti, fa riflettere almeno un po' sull'ipocrisia made in USA. Così come la successiva "punizione divina" che mette alla prova questi aspiranti Romeo e Giulietta nel momento in cui la protagonista femminile del film - una Zoe Kazan che riesce sempre a fare breccia nel cuore dello spettatore - a un certo punto esce di scena. I film del pianeta Apatow sono perfetti nel raccontare la vita americana contemporanea, degni eredi del Cameron Crowe dell'epoca d'oro (quello di Jerry Maguire). I realizzatori di The Big Sick hanno girato il film con il cuore in mano, creando un tessuto narrativo perfetto nel quale gli attori - e si vede - ritrovano gioia per il loro mestiere. Era da anni che non si vedeva una Holly Hunter così a proprio agio in un ruolo che poteva facilmente andare sopra le righe. A lei come ad ogni altro personaggio il film dedica lo spazio necessario per presentare al pubblico un interessante involucro di emozioni dove tutti lasciano il segno.   Ci sono i personaggi, e poi ci sono tutte le passioni del cinema di Apatow: una sequela di scene ambientate nei salotti di casa, la stand-up comedy all'interno della quale il protagonista cerca di sfondare, e quel pizzico di humour esagerato filtrato sempre attraverso onestà e sincerità. A un certo punto il personaggio della Kazan si alza nel cuore della notte e fugge di casa semplicemente perché deve andare in bagno e non vuole farsi sentire dai coinquilini. E' un momento esagerato e credibile. Tenero soprattutto.  La tenerezza calibrata in giuste dosi, un qualcosa che raramente vediamo nei film made in USA destinati a una grande audience. Quegli stessi film fatti di interni troppo edulcorati o contestualizzati all'interno di favole romantiche. La verità è che The Big Sick con questo suo titolo paradossale schiva la fiaba come se fosse una pallottola. E ci riesce, senza mai smettere di essere romantico. Diverse generazioni si confrontano, avvicinandosi l'una all'altra. I personaggi parlano di drammi cercando una verità tutt'altro che cinematografica e l'effetto conquista è immediato. "Vuoi capire se una donna è l'amore della tua vita? Devi tradirla" dice a un certo punto il pater familias interpretato da Ray Romano, rivelando una teoria che non ascolteremmo mai in nessun altro film sentimentale statunitense. Ecco dunque momenti che sono perle all'interno del cinema americano mainstream.  Se uniamo a tutto questo una sana dose di buonumore che arriva in profondità, allora The Big Sick è uno dei titoli da non perdere di questa stagione cinematografica. 

Pierpaolo Festa (Nexta)