30 settembre 2015

It's movie time!

Dal 14 ottobre torna Cinematime, l'appuntamento con i film in lingua originale organizzato in collaborazione con Wall Stret English. Sette gli appuntamenti a cadenza mensile proposti per la stagione 2015/16: spaziando tra i generi, il pubblico potrà apprezzare la recitazione dei grandi attori del cinema inglese e americano nei maggiori successi della stagione appena conclusa e nelle prime visioni appena uscite nelle sale.

Ciascuna proiezione sarà preceduta alle 20.30 dal Cinematime Prep, una presentazione del film della serata - rigorosamente in inglese - a cura degli insegnanti del Wall Street English, per conoscere la cinematografia del regista, il cast attoriale e proporre alcune chiavi di lettura. Il mercoledì successivo, sempre al cinema Oberdan alle ore 20, si terrà poi il Cinematime Feedback, un incontro in cui commentare informalmente del film, scambiarsi pareri e interpretazioni eventuali, naturalmente in lingua inglese.

Scoprite costi e programmazione sul  nostro sito.

23 settembre 2015

Cinemaschool: tornano i corsi scolastici organizzati dal carbone

Come ogni anno il cinema del carbone si rivolge al mondo scolastico con un'offerta formativa ricca e variegata: una serie di rassegne e laboratori esperienziali per introdurre gli studenti al mondo del cinema di qualità ed educarli alla visione. 

I corsi di CINEMASCHOOL 2015 - 2016 sono organizzati all'interno del più ampio progetto "Sale mobili per la città" e differenziano la loro offerta per rivolgersi alle diverse fasce d'età, fornendo al docente una modalità trasversale d'insegnamento e all'alunno una nuova esperienza d'apprendimento.

Tre laboratori dedicati alle scuole primarie, quattro alle secondarie di primo grado e quattro alle secondarie di secondo grado: dalla visione alla discussione, dalla critica alla pratica della materia audiovisiva: scoprite tutti i percorsi sul nostro programma.

18 settembre 2015

Serata baratto con Unlearning

Riuscireste a smontare le vostre concezioni di famiglia, casa, relazioni sociali, lavoro?  Lucio, Anna e Gaia l'hanno fatto e filmato in Unlearning - Storie di famiglie che vogliono cambiare il mondo, e saranno all'Oberdan domenica 27 settembre alle 18.15 per presentarci il loro film e portarci la loro testimonianza.

Per l'occasione, cogliendo lo spirito del lavoro, sarà possibile un proficuo scambio di beni tra il cinema del carbone e gli spettatori: portate un oggetto utile per la gestione o la decorazione della sala, noi ve lo baratteremo col biglietto d'ingresso allo spettacolo. Un po' come i protagonisti del film, che durante il loro viaggio offrono lavoro o conoscenze in cambio di ospitalità, vitto e alloggio.

Sono ben accetti prodotti per la pulizia, elementi di arredo, luci colorate, piante vere o finte... scatenate la fantasia, e contribuite a dare un vostro tocco al cinema!

15 settembre 2015

SPETTACOLO DI DANZA CLASSICA INDIANA BHARATA NATYAM

Considerata una sorta di yoga in movimento, la danza Bharata Natyam è una pratica per corpo, intelletto e anima. Martedì 29 settembre alle ore 21 presso lo Spazio Oberdan è in arrivo la tournée del duo stellare Renjith & Vijna: un momento raro e imperdibile per assistere a uno spettacolo raffinatissimo di questa antica forma d'arte alla sua massima espressione.
Renjith & Vijna metterano in scena gli avvincenti racconti del pantheon indiano, diventando le divinità che lo popolano, e descrivendone, attraverso la danza d'intrigante espressività, i sentimenti e le passioni.

Serata organizzata dall'Associazione Culturale Yoga Padma Niketan.

info@yogapadmaniketan.com

07 settembre 2015

IL VIAGGIO DELLA SIGNORINA VILA

La storia d'amore tra un uomo e una donna di un altro tempo, caduti nella Trieste di oggi. È anche la storia d'amore di un intellettuale che si scambia e si specchia con il proprio passato, reale e letterario, e il passato della sua città. È il racconto di dolori, soprusi e autoinganni che hanno solcato Trieste. È la storia di generazioni a venire. È una storia di mari e di venti.

Tutto questo e molto più è Il viaggio della signorina Vila, di Elisabetta Sgarbi, evento di Festivaletteratura ospitato al cinema Oberdan venerdì 11 settembre alle ore 21:15.

Un viaggio a Trieste insieme a Claudio Magris, Luciana Castellina, Giuseppe Dell'Acqua, Gillo Dorfles, Igo Gruden, Srečko Kosovel, Alice Psacaropulo, Boris Pahor, Gorgio Pressburger, Raul Pupo, Primo Rovis, Giorgio Rossetti, Pino Roveredo, Andrea Segré, Scipio Slataper, Vittorio Sgarbi, Susanna Tamaro, Livio Vasieri, e, per l'occasione, alla regista Elisabetta Sgarbi e dallo scrittore triestino Mauro Covacich, presenti in sala per accompagnare gli spettatori in questo itinerario visivo-letterario.

27 agosto 2015

Ozu Yasujiro.

Una rassegna dedicata a riscoprire i film del maestro giapponese nella nuova stagione del cinema del carbone da lunedì 19 ottobre in versione restaurata.

Far conoscere – e rendere accessibili – al pubblico i grandi protagonisti del cinema di oggi e di ieri è sempre stato l’obiettivo dei focus dedicati alla storia del cinema orientale, presentati durante le varie edizioni del Far East Film Festival di Udine nel corso degli anni. Un obiettivo che oggi, grazie all’attività di distribuzione nazionale della Tucker Film (formata dal C.E.C. di Udine e da Cinemazero di Pordenone), è diventato un approdo concreto. Avere la possibilità di riportare sul grande schermo lo splendore di alcuni capolavori del cinema non ha prezzo: e così la Tucker, appunto, ha acquistato i diritti per l’Italia di 6 capolavori del maestro Ozu Yasujiro, restaurati digitalmente dalla major nipponica Shochiku. I film – in formato 2K - saranno distribuiti nelle migliori sale italiane all’inizio del 2015 e permetteranno al pubblico italiano di riscoprire i gioielli di un cineasta con la C maiuscola. Se Tokyo Story (1953) viene considerato dall’autorevole Sight & Sound come il più bel film di sempre dell’intera storia del cinema (votato da 358 registi di tutto il mondo), non sono certo da meno gli altri titoli restaurati. Il FEFF 16 (2014) presentò il meraviglioso Good Morning, uno dei primi film a colori di Ozu, dove possiamo riscoprire la cura e la poetica raffinatissima con cui Ozu utilizzava la tavolozza cromatica. Il pacchetto Ozu, è un regalo prezioso per tutti, un pacchetto inaspettato che ci arriva dall’Oriente, ancora più prezioso se pensiamo al fatto che molti dei film di Ozu sono andati distrutti durante la seconda guerra mondiale e molti altri sono stati conservati senza la cura necessaria. In sei film, potremo così riscoprire l’avanguardia, la poesia, la semplicità profonda del suo realismo dove l’elemento sociale dell’incontro tra modernità e tradizione viene raccontato con uno stile unico nella storia del cinema.

Tarda primavera (Late Spring, 1949) è il film quintessenziale di Ozu. Storia di un vecchio professore e sua figlia (lei non vuole sposarsi per non lasciar solo il padre, lui si sacrifica per spingerla al matrimonio), è una descrizione potente e insieme lieve dell'inevitabile mutevolezza delle cose umane.

Viaggio a Tokyo (Tokyo Story, 1953) è ancora oggi il più famoso dei film di Ozu, e lo celebra con estese citazioni Wim Wenders in Tokyo-ga. E' la cronaca venata di amarezza del viaggio di un'anziana coppia per far visita ai figli sposati nella metropoli.

Fiori d'equinozio (Equinox Flower, 1958) ironizza pacatamente sulla perdita dell'autorità paterna: un padre che si oppone al matrimonio della figlia viene battuto dalle forze coalizzate del mondo femminile.

Buon giorno (Good Morning, 1959), remake alla lontana del capolavoro muto Sono nato, ma..., è una deliziosa commedia sullo sciopero del silenzio di due fratellini che vogliono che la famiglia compri un televisore; e insieme è una divertita riflessione sul linguaggio: di cosa parliamo quando parliamo?

Tardo autunno (Late Autumn, 1960) è un ironico film, pieno di nostalgia agrodolce, su tre vecchi amici, ex corteggiatori di una donna ora vedova. Cercano di combinare il matrimonio della figlia di lei, col pensiero che pure la madre si possa risposare.

Il gusto del saké (An Autumn Afternoon, 1962), ultimo film di Ozu, è un'elegia del tempo che scorre e della nostalgia del passato, imperniato ancora sul tema del matrimonio, ma con un accenno sul filo del ricordo agli ambienti studenteschi dei vecchi tempi.

18 agosto 2015

FRANKENSTEIN JR a Corte Eremo

Se c'è un film che è diventato – giustamente – oggetto di culto per spettatori di più generazioni, è sicuramente Frankenstein Junior di Mel Brooks, realizzato nel 1974, che in uno splendido bianco e nero riportò sullo schermo, in forma parodistica, il mito della creatura di Mary Shelley resa celebre al cinema da Boris Karloff. La splendida versione italiana, diretta dal più grande doppiatore del doppiaggio italiano, Mario Maldesi, scomparso l'anno scorso, ha adattato in modo spassoso le battute in apparenza intraducibili dell'originale (vi rimandiamo a questo articolo in merito).

Bene, l'occasione per rivedere il capolavoro di Mel Brooks su grande schermo in versione restaurata, arriverà sabato 29 agosto a Corte Eremo, la serata è organizzata da Il cinema del carbone in collaborazione con Reading Retreats in Rural Italy e Clark Lawrence .

Vi aspettiamo a partire dalle 19:00.

23 luglio 2015

CHIUSO PER FERIE!

E con il bellissimo 71 di Yann Demange lo spazio dell'Oberdan chiude per la tradizionale pausa estiva. Anche se il carbone non si ferma e con il suo schemo mobile è ancora in giro per città e province.

E' il momento del nostro grande GRAZIE a TUTTI I VOLONTARI del CARBONE: a chi ha aperto e chiuso, a chi ha proiettato e montato, a chi ha sollevato e trasportato, a chi ha spedito e controllato, a chi ha organizzato e cenato, a chi ha scelto e presentato. E ora... Meritate vacanze a tutti e un arrivederci al 4 di settembre!

16 luglio 2015

1971 a Belfast

A raccontare le nefandezze compiute in Belfast nel ’71 ci hanno pensato negli anni Ken Loach, Neil Jordan, Jim Sheridan, Paul Greengrass. Cosa c’era ancora che non fosse già passato dagli obiettivi di cinema o tv? Serviva, con evidenza di visione, un lavoro che andasse “oltre” prendendo la giusta distanza temporale e la perfetta aderenza al Caos dei fatti.

Persino i combattenti stessi delle plurime fazioni stentavano a capire i meccanismi del conflitto costituito dalla degenerazione di attentati – e reazioni da parte dell’esercito britannico – senza scrupoli.

Proprio sull’impossibilità di decifrare il caos che regnava nei primi anni Settanta pone l’attenzione il film ’71, imponente opera prima del franco-britannico Yann Demange, in uscita giovedì 9 luglio, dopo una giacenza di un anno e mezzo dalla premiére mondiale al concorso della Berlinale 2014.

Il film è molto interessante sia per qualità formale che per ottica di approccio, ‘71 ci introduce nel cuore dell’Irlanda del Nord del 1971, già da qualche anno lacerata dalla guerra civile (i cosiddetti Troubles), sullo sguardo di Gary: un soldatino inglese (incarnato con trepidante sensibilità da Jack O’Connell) che, alla sua prima missione a Belfast, finisce intrappolato per un’interminabile notte nella terra di nessuno al confine fra la roccaforte degli estremisti protestanti e i quartieri cattolici dei militanti dell’Ira. 

Nella fotografia virata sull’ocra di Tat Radcliffe, la scena urbana assume il rilievo di una scenografia teatrale dall’atmosfera onirica e allucinata; mentre lo sceneggiatore Gregory Burke intreccia su passo drammaturgico da tragedia elisabettiana lo scontro fra le fazioni in lotta, senza prender posizione ma badando a far emergere in seno a ogni frangia il complesso nodo di contraddizioni, violenze e doppi giochi.

03 luglio 2015

Que viva Mexico! Que viva Greenaway!

Avrò bisogno del tuo cuore, della tua mente, del tuo corpo, e della tua erezione”, così ha detto Peter Greenaway a Luis Alberti per prepararlo all’interpretazione del personaggio di Palomino Cañedo, guida e poi amante del regista russo in Eisenstein in Guanajuato, passato oggi in concorso alla Berlinale tra gli applausi e zeppo di scene di sesso gay molto esplicite.
Nei panni del cineasta considerato “il padre del cinema” dall’autore de I misteri del giardino di Compton House, c’è invece l’attore finlandese Elmer Bäck, efficacissimo nel restituire la vitalità e il genio dell’artista in occasione del suo viaggio in Messico nel 1931. “In quel momento, poco più che trentenne – ha commentato Greenaway – Eisenstein aveva già realizzato i tre capolavoriSciopero!La corazzata Potëmkin e Ottobre. Mi ha affascinato il fatto che sia andato in Messico per fare un film, Que viva Mexico!, senza poi riuscirci, e che quel viaggio lo abbia cambiato. Quando ci spostiamo nel mondo diventiamo persone diverse, Eisenstein lì si è lasciato andare, ha abbandonato la paranoia. Confrontandosi con una società profondamente diversa si è aperto alla condizione umana e si è interessato agli individui più che ai movimenti di massa”. 
Il cinema di Peter Greenaway è da sempre focalizzato sui concetti di amore e morte, così come il cineasta britannico è sempre stato un grande sperimentatore delle potenzialità linguistiche del cinema e delle sue contaminazioni con le altre arti. “Sesso e morte sono imprescindibili – ha spiegato il regista – I miei due protagonisti, Eisenstein e Cañedo, fanno l'amore, e succede esattamente al centro del film, perché il cinema deve dimostrare l'enorme importanza del fenomeno dell'amore”. Contraddistinto da scelte espressive che mescolano bianco e nero e colore, split screen e deformazioni delle immagini, fotografie e opere d’arte che, all’improvviso intervengono a descrivere le parole di un dialogo, Eisenstein in Guanajuato mostra dunque il cineasta russo nell’esplorazione (anche sessuale) di un nuovo mondo, in cui girò 400 kilometri di pellicola che non ha mai potuto montare, mettendo in campo riferimenti a Chaplin, Stravinsky, Disney, Corbusier, Bunuel, Dietrich, Garbo, Mickey Mouse e Rin-Tin-Tin. 
A conferma della sua continua (ed entusiasta) ricerca formale, Greenaway ha poi spiegato in conferenza stampa: “Il linguaggio cinematografico è straordinario e il dovere di ogni regista è servirsene al 100%, andare in fondo alle sue possibilità. Mi piacciono le soluzioni che permettono di farsi un'idea dello spazio, e che si usino tutti gli artifici disponibili. Il cinema è un mix di arti, e forse nei 120 anni della sua vita ha vissuto solo il suo prologo. La rivoluzione digitale ci ha portato tante nuove libertà, ora comincia il cinema e tutti i registi devono dimostrare quale straordinario mezzo d’espressione sia. Da parte mia, avevo impressione che il cinema stesse per morire e ho sentito il bisogno di rendere omaggio a Sergej Eisenstein”.