27 gennaio 2022

Quel giorno tu sarai: trauma, memoria e l’idea di futuro di Kornél Mundruczó

Tre capitoli, tre storie, tre piani sequenza. Kornél Mundruczó racconta altrettante diverse generazioni alle prese con il trauma dell’Olocausto e di come questo influisca sulla memoria e sulla vita delle persone. Anche a distanza di anni, anche se quel trauma è stato vissuto da altre persone, in un’altra epoca. Come per Pieces of a Woman, anatomia di un lutto dai contorni fortemente autobiografici, Kata Webéer, compagna e storica collaboratrice del regista ungherese, attinge dal suo privato – il rapporto con la madre ebrea malata di Alzheimer – per Quel giorno tu sarai, pellicola applaudita a Cannes 74 e ora in sala per il Giorno della Memoria.

Ma il film del regista ungherese non va inteso solo come un’opera sulla Shoah. Quel giorno tu sarai è un film attualissimo e contemporaneo che parla più del nostro presente e futuro che del nostro passato. Lo fa guardando al trauma dei campi di concentramento, dello sterminio degli ebrei, del peso di chi è rimasto ma si traduce in una riflessione su un quotidiano tallonato da estremismi e razzismo. E lo fa attraverso una nonna, una figlia e un nipote. Éva (Lina Monori). Léna (Láng Annamária). Jónás (Goya Rego).

quel giorno tu sarai

Ad ognuno di loro Mundruczó e Wéber dedicano un capitolo in cui suggeriscono come il trauma vissuto da Éva, ritrovata bambina in un campo di concentramento di Auschwitz e con un passato fatto di ricordi annebbiati, abbia influenzato la vita di sua figlia Léna per attraversare oltre sessant’anni di Storia ed avere ripercussioni anche su quella del nipote, giovane adolescente della Berlino di oggi che vorrebbe affrancarsi dal quel peso che ha sempre aleggiato nella sua vita. Girato in soli tredici giorni, il film è visivamente meraviglioso.

Una danza di tre piani sequenza in cui le atmosfere dell’opera teatrale da cui è tratta riecheggiano in più occasioni e in cui il regista alterna parentesi quasi sognanti legate alla memoria di Éva ad altre divise tra sequenze al chiuso e all’aperto. Una fluidità legata da un elemento, l’acqua, che ritorna in ognuno dei tre capitoli e li lega tra simbolismo e immaginazione. Prodotto, come per il precedente lavoro, da Martin Scorsese, Quel giorno tu sarai è un’esperienza immersiva, è cinema esperienziale che ha al suo interno un seme di speranza che apre e chiude il film e che, in entrambe le occasioni, è affidata a una bambina e a una coppia di adolescenti. E quindi al futuro.

Manuela Santacatterina, Hotcorn

16 gennaio 2022

Mondovisioni: tornano i film di Internazionale

Riportando gli occhi sul mondo. Dopo un anno di sospensione, da martedì 18 gennaio torna al cinema del carbone MONDOVISIONI, la rassegna di film dedicata all’attualità geopolitica, ai diritti civili, alla libera informazione curata da Cineagenzia per il festival di Internazionale a Ferrara e poi in tour in decine di città italiane.

La formula della rassegna - come di consueto - affianca alla proiezione del film la presenza di un esperto in sala. Ad aprire il viaggio di MONDOVISIONI martedì 18 sarà THE MONOPOLY OF VIOLENCE, che affronta il delicatissimo tema dell’uso della violenza da parte dello Stato. Partendo da un’impressionante raccolta di video amatoriali e reportage realizzati durante le manifestazioni dei “gilet gialli” in Francia,il film apre una riflessione più ampia su eccessi ed abusi nella gestione dell’ordine pubblico nell’acuirsi delle tensioni sociali. A introdurre il film sarà una videopresentazione di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

THE LAST SHELTER ci condurrà a Gao, al confine meridionale del deserto del Sahara, uno dei crocevia delle rotte dei migranti africani, dove speranze e fallimenti si mescolano e si confondono: opsite in sala sarà Andrea de Georgio, giornalista freelance ed autore di Il grande gioco del Sahel. SIEGED seguirà il travaglio politico e sanitario del Brasile contemporaneo sotto la fallimentare guida di Jair Bolsonaro, presidente negazionista della pandemia e in battaglia perenne contro i giornalisti. A presentare il film sarà Lucia Capuzzi, giornalista della redazione esteri del quotidiano l'Avvenire.

THE NEUTRAL GROUND (grazie anche alla presenza in sala di Maria Ciccolari Micaldi, curatrice del blog ”La McMusa”) mostrerà come, a quasi 170 anni di distanza, l’immaginario e i simboli della Guerra Civile americana continuino ad alimentare discordie, divisioni e violenze in un paese insanabilmente malato di razzismo. WRITING WITH FIRE (in calendario martedì 15 febbraio, con l’intervento della giornalista Maria Tavernini) ci porterà a conoscere la coraggiosa esperienza di Khabar Lahariya, l'unica testata giornalistica dell'India gestita da donne Dalit, la casta più “bassa” della società, impegnata nella denuncia della corruzione e della brutale oppressione delle minoranze.

Protagonista dell’ultimo film della rassegna è la Turchia di Erdogan: DYING TO DIVORCE segue le vicende di una determinata avvocata, impegnata nella denuncia della violenza contro le donne, specchio di una società in cui le limitazioni della democrazia si fanno sempre più strette.

Tutte le informazini su spettacoli e abbonamenti sono disponibili a questo link.

16 gennaio 2022

Riparte la rassegna su Claude Chabrol

Una piccola città di provincia esposta al mare della Bretagna, un paesaggio aspro e nebbioso, una serie di omicidi che sembrano non trovare soluzione. Riparte da qui lunedì 17 gennaio CLAUDE CHARBOL: DIETRO LO SCHERMO DEL CRIMINE, la rassegna del cinema del carbone curata da Alberto Cattini e dedicata al grande maestro francese.

Il film in programma è IL COLORE DELLA MENZOGNA, un giallo fatto di illusioni e bugie, delusioni e speranze, in cui la paziente indagine della polizia serve a ricucire rapporti, svelare debolezze umane più che stabilire una verità assoluta. Nel cast Sandrine Bonnaire, Valeria Bruni Tedeschi e Jacques Gamblin.

13 gennaio 2022

È andato tutto bene: il lungo addio è un affare di famiglia

In concorso a Cannes 2021, il prolifico regista francese si lascia alle spalle la nostalgia degli anni Ottanta per tuffarsi nella Parigi di oggi, nel cuore di una famiglia disgregata che si riunirà grazie al dolore. A smuovere i personaggi di È andato tutto bene (titolo agrodolce come il film stesso) è infatti un malore improvviso. L'ictus di un anziano padre di famiglia dà il via a un inarrestabile effetto domino che travolgerà figlie, mogli, amanti e parenti prima lontani. Ozon va così alla ricerca del collante che tiene ancora in piedi una famiglia. E fa riflettere notare come, per una volta, questa forza adesiva sia una forma d'amore contaminata. Dentro ci sono vecchi rancori, cose non dette, rapporti irrisolti. Tutte cose che vengono a galla quando la vita chiede il conto e la morte bussa alla porta. Tutte cose raccontate con semplicità da un Ozon misurato, capace di dipingere un dramma familiare schietto e autentico.[...]

 Emmanuelle e Andrè sono chiamati a guardarsi in faccia per davvero, senza filtri, senza ruggini, con l'urgenza del tempo che appiana ogni risentimento. Un percorso emotivo che Ozon mette in scena con pazienza e grande sincerità, stando vicino ai personaggi in momenti delicati eppure trattati con il giusto tatto. Senza mai essere ricattatorio, Everything went fine ha un tratto morbido, come quello di una matita che disegna persone senza mai sottolineare troppo il male che sono costrette a gestire.

E Andato Tutto Bene

Questo perché Ozon decide di fare una cosa semplice ma non facile: fare appello all'ironia per sdrammatizzare un tema complesso come quello dell'eutanasia. Al di là di qualche passaggio leggermente più brusco e grezzo (nei momenti iniziali), col tempo il film gestisce sempre meglio questa alternanza tra dramma e sprazzi di commedia, con un André Dussollier eccezionale nell'incarnare un anziano voglioso di morte eppure ancora capace di sarcasmo e autoironia. Al suo fianco spicca una Sophie Marceau matura, posata, abilissima nel nascondere al pubblico la sua sfera emotiva per poi lasciarci spiare dentro il suo personaggio con parsimonia. Impossibile peccare di voyerismo in Everything went fine, perché Ozon ci tiene alla larga da qualsiasi forma di morbosità. Il regista protegge i suoi personaggi, li mette a nudo poco per volta, solo quando serve. Questo perché il film ha il grande pregio di normalizzare un evento sconvolgente senza mai banalizzarlo. Merito di una scrittura asciutta, di una regia al servizio del racconto (che si concede solo qualche sprazzo d'inventiva) e soprattutto di un cast perfetto nel dare forma a questa vera e proprio epifania della morte. Un limbo sospeso tra l'inizio e la fine in cui, all'improvviso, padri e figlie ritrovano il senso di quello che sono stati e di quello che hanno vissuto. Consapevoli dei proprio errori e pronti a sorridere con le lacrime agli occhi dell'assurdità della vita.

Giuseppe Grossi, Movieplayer.it

10 gennaio 2022

Il mito di Strehler rivive al carbone

Mercoledì 12 gennaio alle 21:15 un evento imperdibile per gli amanti del teatro: la giornalista e scrittrice Cristina Battocletti, prestigiosa firma della “Domenica” del “Sole 24 Ore” e autrice del libro "Giorgio Strehler. Il ragazzo di Trieste. Vita, morte e miracoli", introdurrà in collegamento via skype la visione in sala del film Essere Giorgio Strehler di Simona Risi.

Nel centenario della nascita. questo documentario presenta uno sguardo inedito su Strehler, un affresco inusuale e intimo, ricostruito attraverso interviste rare.

30 dicembre 2021

Un capolavoro del maestro Zhang Yimou

Fino a una ventina di anni fa tra gli obblighi cinefili c’erano i film diretti dal regista cinese Zhang Yimou. Poi, complice un allineamento politico del nostro rispetto alla dittatura governativa del suo paese, e a una serie di vorticosi titoli wuxia pian, è stato un filino messo alla porta come un esecutore qualunque. Solo che se un cineasta ha talento, e Zhang a 71 anni ne ha ancora da vendere, è francamente impossibile fingere che non esista più. Una prova lampante è One Second, autentico capolavoro epico sentimentale, incastonato in un contesto storico/politico del passato rivoluzionario cinese di metà anni settanta, lampi di gru su azioni di massa alla Novecento, emozioni cinefile e profonde da sala cinematografica di una volta come in Nuovo cinema paradiso.

13 dicembre 2021

Un film e una conferenza al ritmo di jazz

Martedì 14 dicembre alle 18:30 il cinema del carbone in collaborazione con l'associazione culturale 4'33' vi invita alla conferenza del musicologo Stefano Zenni intitolata L’angelo caduto - La musica di Chet Baker al cinema.

L'evento, a ingresso gratuito, è organizzato in occasione della proiezione del film Jazz Noir - Indagine sulla misteriosa morte del leggendario Chet di Rolf van Eijk che terremo il 14 e il 15 dicembre alle 21.15: un biopic che ricostruisce gli ultimi giorni della vita del musicista con lo spirito di un noir, seguendo l'investigazione del detective Lucas in un oscuro viaggio musicale.

13 dicembre 2021

Finlandese e pazzamente comico: NIMBY

Solo tre proiezioni per uno dei film più fighi e pazzamente divertenti della stagione. NIMBY: "Dopo il grande successo di pubblico e critica al festival di Venezia, il regista finlandese Teemu Nikki arriva nei cinema italiani con NIMBY, una commedia nera che segue due giovani ragazze innamorate che decidono di fare coming out con le rispettive famiglie, scatenando una piccola guerra, ma non quella che potevano immaginare ..." ???? giovedì 16 dicembre ore 21:15 ???? domenica 19 dicembre ore 20:45 ???? martedì 21 dicembre ore 21:15

06 dicembre 2021

Il carbone con Unicef al Festival dei diritti

Martedì 7 dicembre  ospiteremo in sala un evento del Festival dei diritti, organizzato in collaborazione col Comitato provinciale Unicef di Mantova e con il sostegno del Comune di Mantova.

Alle ore 17:00 proietteremo il film  Il diritto alla felicità di Claudio Rossi Massimi: la storia di Libero, un appassionato venditore di libri usati, di Essien, un ragazzino immigrato che vive in Italia da qualche anno, e della loro amicizia che passa attraverso la lettura.

L'ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti (con obbligo di Super Green Pass per i maggiori di 12 anni). Prenotazione consigliata scrivendo un'email a info@ilcinemadelcarbone.it e indicando numero di posti e nominativi.

29 novembre 2021

Il diritto di opporsi alla pena di morte

il 30 novembre 1786 Leopoldo II di Toscana promulgò la Riforma Penale che fece del Granducato il primo stato d’Europa e del mondo intero ad eliminare la tortura e la pena capitale. In memoria di questo evento storico, martedi 30 novembre alle 18:00 in collaborazione con Amnesty International - Gruppo Italia 79, Comunità Sant'Egidio e con il sostegno del Comune di Mantova proietteremo il film a ingresso gratuito Il diritto di opporsi, di Destin Daniel Cretton: la vera storia del giovane avvocato Bryan Stevenson e della sua storica battaglia per la giustizia e contro la pena di morte.